
A maggio 2019 la retrocessione con l’Empoli, che va in B nonostante i gol di ‘ciccio’. A ottobre 2020, diciassette mesi e 24 gol dopo nel Sassuolo, il debutto in nazionale e il primo gol in azzurro. Ha cambiato la vita anche a Francesco Caputo, il Deze: il bomber di Altamura, prima di arrivare in neroverde, fu vicinissimo al Genoa allora allenato da Andreazzoli (con lui, in Toscana, Caputo fece 42 gol in due stagioni) ma scelse di ‘cedere’ alla corte del tecnico bresciano. "Lo abbiamo rincorso a lungo", disse del centravanti il tecnico neroverde, e il perché è scritto nei numeri. Quarantuno presenze e 26 gol per il Caputo neroverde, che agli ordini del Deze macina record su record. E’ se è vero che qualche dimestichezza con i gol Caputo l’ha sempre avuta, è vero che adesso viaggia davvero ‘a tutta birra’. Rapporto saldissimo, tra i due, fatto di reciproca stima e di quella ‘voglia matta’ che anima entrambi. Sia l’allenatore bresciano che il bomber di Altamura, ognuno a modo suo, rincorrono le idee: quelle del Deze sono ‘forti’ della cultura del lavoro e da un’attenzione ossessiva al dettagli e quelle di Caputo, che ha fatto gavetta importante prima di vedersi accendere addosso i riflettori giusti, sono forti altrettanto . Il tecnico, che le stimmate da predestinato le aveva già, complice quell’allure di ‘visionario di genio’ che lo circonda, ha trovato in Caputo l’uomo in grado di tradurne le idee offensive in gol. "Nel suo ruolo è un professore, non ci sono molti attaccanti italiani più forti", dice di ‘ciccio’ il Deze, e Caputo non ha mancato di ricambiare, una volta raggiunto l’azzurro. "Mi voleva con sé già al Foggia, in C, ma io non me la sentii di scendere di categoria, e poi ancora al Palermo: quando mi ha chiamato ancora, a Sassuolo, ho capito che era destino che le nostre strade si incrociassero. Lui fa calcio in maniera diversa da tutti, non lascia nulla caso. Può sembrare pesante, ma se impari a leggerlo e lo segui – chiude Caputo - hai solo vantaggi".
s. f.