Padova, 5 dicembre – Stringere i tempi sulla terza dose per contrastare il calo di anticorpi che aumenta l’esposizione al Covid. "Già da ottobre sappiamo che dal quinto mese cala l'efficacia dei vaccini. Per questo siamo in ritardo sulla terza dose". A lanciare l’appello è Andrea Crisanti, professore ordinario di Microbiologia all'Università di Padova.
Secondo Cristanti, per completare i richiami "ci vorrà quasi un anno e nel frattempo si creerà un problema dovuto alla scadenza del Green Pass, ridotto giustamente a 9 mesi. Molti andranno in giro con il certificato scaduto". Sulla durata della terza dose, Crisanti dice che "i dati israeliani dicono che ripristinerebbe totalmente la vaccinazione, come minimo per sei mesi ma si spera di più". Nel frattempo, il contagio "cresce, ma la questione più importante è che trovi un equilibrio”, dice il microbiologo.
Covid: il bollettino del 5 dicembre
“L'Inghilterra ci è riuscita, anche se a un livello alto, grazie a vaccino, tracciamento e quarantene efficaci. L'Italia può farcela sui 20-30mila contagi al giorno, anche grazie a certificato, mascherina e distanziamento". Giuste le mascherine all'aperto, sostiene Crisanti, mentre il Green Pass sui mezzi, secondo Crisanti è "irrealistico: sui trasporti – spiega – basterebbe rendere obbligatorie le Ffp2". Tra le regioni in vetta alle classifiche nazionali per numero di contagi c'è il Veneto, che oggu conta oltre 38mila persone in isolamento. Pesante la situazione anche in Emilia Romagna, Marche e Campania. Meglio nel Lazio, dove l'Rt è stabili a 1.01. Domani in tutta Italia l'obbligo scatterà del Super Green Pass.