Doveva succedere. Dopo il cinque su cinque targato Stellone, il ‘fortino Benelli’ è caduto. Peccato sia successo nella serata in cui lo stadio è tornato a riempirsi e a ruggire come nelle occasioni migliori. Però, nessun dramma. La prestazione c’è stata, come ha sottolineato il mister, e l’applauso finale del pubblico ha testimoniato l’apprezzamento. Nulla a che vedere con certe prove deludenti di altre serate molto attese. Realisticamente, erano in pochi a immaginare che la Vis, col suo vissuto così sofferto, potesse partecipare assiduamente ai banchetti dell’alta classifica. Molte cose però fanno pensare che quest’anno ci sia la consistenza, di squadra e mentale, per proporsi in una veste migliore. Per ora restano i 9 punti in classifica, e siamo ancora dentro le migliori partenze in Serie C.
La sfida con la Ternana ha detto che per quasi un tempo i biancorossi sono stati migliori delle Fere. Applicando il solito metodo: aggressione alta, fraseggio stretto, continuo scambio di uomini e supporto dei difensori alla manovra. E’ mancato il gol, per due motivi: perché di fronte c’era un avversario solido e di livello superiore ai precedenti (la rosa della Ternana quota valore doppio della Vis, lo stipendio di Donnarumma da solo è quasi metà del monte ingaggi pesarese); e perché non sono state felici le scelte di fine azione. Sei le situazioni potenziali fino al vantaggio avversario: 1) Orellana smarcato in area, un dribbling di troppo; 2) Zoia liberato a destra dopo splendida combinazione, cross lungo; 3) sugli sviluppi destro alto di Cannavò; 4) Cannavò scappa a Capuano, cross rintuzzato, sinistro di Orellana fuori 5) altro strappo di Cannavò a sinistra ma il traversone sfila; 6) punizione di Di Paola sulla barriera.
Dopodiché la Ternana, fin lì resa inoffensiva, ha colpito con le armi dei rivali: la pressione degli attaccanti sulla prima costruzione vissina. Palla persa da Paganini, cross sporcato da Palomba, episodio del rigore. Plausibile, anche se non limpido: Di Paola dà l’impressione di trattenersi, ma il contatto sembra esserci. Fallo evitabile, certo, perché Cianci era spalle alla porta. Il vantaggio prima del riposo ha liberato le energie migliori della Ternana, arrivata presto al raddoppio su palla inattiva, arma in dotazione alle squadre forti. Altro merito della Vis è stato quello di non abbattersi e non disunirsi. Prova ne sia che, come a Sassari in situazione analoga, ha costruito il meglio sullo 0-2: la traversa di Paganini, il quasi gol di Nicastro, le conclusioni ravvicinate di Pucciarelli e Neri. Si poteva anche riaprire, così come poteva finire con un passivo peggiore.
Quanto all’arbitro Lovison, fa parte degli incidenti di percorso. Purtroppo, è recidivo. E pure maleducato, a detta del diesse Menga, espulso nell’intervallo dopo il fallito tentativo di conferire col fischietto padovano. Ora testa al Campobasso. Si gioca di giovedì, evitando così di macerarsi sulla sconfitta. Anche nella giornata in cui qualcuno ha brillato meno del solito, sappiano i biancorossi di aver fatto il proprio dovere.