
Bere una splendida Utopia
Si può avere polpa ed eleganza, si può avere sostanza immortale, costantemente in divenire, con una lunga vita, e contemporaneamente mostrare una acidità sorprendente e salivante, una freschezza giovanile avvinghiante. Questo ed altro è il Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Utopia della cantina Montecappone di Jesi, che è stato inserito tra i primi cinquanta vini italiani, precisamente al sesto posto, dunque in assoluto tra i bianchi più buoni d’Italia. E’ questo il verdetto che ha dato "Gentleman", ovvero la summa, con tanto di media punteggio, di tutti dei voti che i vini nazionali hanno avuto nelle differenti guide. Il Verdicchio Utopia Montecappone era stato valutato con punteggi altissimi dalla critica e la media lo ha proiettato ai vertici. Non è una sorpresa. Gianluca Mirizzi è un vignaiolo per passione e in purezza proprio come lo sono i suoi vini e da sempre lavora su pochi, essenziali e virtuosi concetti: pulizia, pulizia e ancora pulizia, nettezza, frutto che balla in punta di piedi al palato, lasciando tracce di eleganza appagante e piena. Non c’è dunque da sorprendersi del risultato.
E adesso guardiamolo questo calice, imparando a seguirne già il movimento, prima ancora che il colore: ha una movenza materica ma al contempo leggiadra, fluida, elegante. Sta al calice con limpidezza grassa, opulenta, annunciando quello che poi versa all’aria e al palato: il suo giallo è pieno. Scorre subito un fluido di mineralità sulfurea finissima e s’accendeno scintille di frutta martorana, machenze, canditi, in uno schioccare di grande morbidezza e avvolgenza, che sconfina poi in un ammandorlato tagliente, essenziale, candido, che gioca con l’agrumato. Vino di pienezza che ci trascina ad altezze vertiginose e che brilla infine di anice e di graffi eleganti di zenzero. Al gusto è succulento, un rotolare armonico di albicocca e pesca gialla, frutti decorati di freschezza vertiginosa. Un vino verticale che sale molto in alto e ci aspetta negli anni. Il suo viticoltore specifica che "resta sulle fecce nobili per nove mesi affina in bottiglia". Provatelo su stoccafisso all’anconetana oppure su spaghettoni Latini con crostacei o ancora su un grande rombo chiodato al forno con patate. O mangiatelo da solo: oltre che un eccellente vino, è un cibo.
d.e.