Bimbo morto per otite, condannati i genitori. L'omeopata a processo

Il papà e la mamma di Francesco Bonifazi avevano scelto il rito abbreviato, condannati a tre mesi con pena sospesa. Mecozzi a giudizio. Il ministro Grillo: "Non si può morire così"

Bimbo morto per otite, condannati i genitori. Nel riquadro il piccolo Francesco Bonifazi

Bimbo morto per otite, condannati i genitori. Nel riquadro il piccolo Francesco Bonifazi

Ancona, 6 giugno 2019 - Condannati a tre mesi, pena sospesa, i genitori del piccolo Francesco Bonifazi, il bambino di Cagli morto a 7 anni per una otite curata con rimedi omeopatici, secondo i consigli di un medico. L'otite era degenerata in encefalite, e bambino era spirato al Salesi il 27 maggio 2017, dove era arrivato in gravi condizioni ed era stato subito operato.

La condanna è stata decisa oggi dal gup Paola Moscaroli (si procedeva con il giudizio abbreviato) confermando i tre mesi chiesti anche dal pm Daniele Paci.

La coppia, Marco Bonifazi e Maristella Olivieri, era presente alla lettura del dispositivo in aula, assistiti dall’avvocato Federico Gori. Concorso in omicidio colposo l’accusa per i due genitori. Per il medico omeopata Massimiliano Mecozzi (che non aveva chiesto riti alternativi) il giudice ha deciso il rinvio a giudizio e il processo per lui si aprirà il 24 settembre. Mecozzi oggi non è venuto in tribunale ma c’era solo il suo avvocato.

I difensori hanno preannunciato che ricorreranno in appello contro la condanna dopo aver letto le motivazioni della sentenza che verranno depositate entro 90 giorni. 

Il nonno materno del piccolo Francesco ha commentato così la notizia della condanna della coppia: "C'è amarezza, ma crediamo ancora nella giustizia". I genitori affermano di non avere un approccio 'integralista' contro la medicina tradizionale; e che invece erano preoccupati che il figlio, soggetto a frequenti malanni, fosse continuamente sottoposto a cure antibiotiche. Motivo che li avrebbe spinti a rivolgersi a Mecozzi anche perché dalle cure omeopatiche avevano anche tratto benefici in passato.

Le condizioni di Francesco, argomenta la difesa, erano state altalenanti, tra miglioramenti e peggioramenti, tanto da non rendere pienamente percepibile la gravità della situazione fino alla degenerazione in encefalite. Padre e madre, aveva fatto presente il difensore, portarono due volte il piccolo in visita dal medico che, secondo loro, in base alle sue competenze avrebbe dovuto capire l'evoluzione negativa della situazione.

Il Ministro della Salute: "Non si può morire per un'otite"

"Non si può morire per un'otite. I genitori vanno guidati verso scelte consapevoli e basate sull'evidenza. Essere medico vuol dire seguire scienza e coscienza e tutti noi abbiamo giurato di salvare la vita ai nostri pazienti", lo scrive su Facebook il ministro della Salute Giulia Grillo, dopo la condanna a tre mesi di carcere (pena sospesa) per i genitori di Francesco.