Franco
Bertini
Stiamo seguendo un corso accelerato sul tema: la modernità dura solo fino a prova contraria. Adesso in cattedra è salita la bolletta della luce, le lampadine accese, quelle che ai giorni nostri, capirai, sono uno scherzo, figurati che i lampioni cittadini stanno accesi tutta la notte, da noi perfino negli edifici disabitati come il "Bramante" o il "Morselli". Ed ecco invece che una mattina, aprendo il portone, cominci sbirciare nella cassetta della posta per vedere se è arrivata lei, la bolletta.
Ti si è insinuato in testa il serpentello del dubbio: che quella bolletta non sia per niente innocua, che sia una bomba a orologeria, che stia tornando ai fulgori di quegli anni lontani, riscoprendo lo stesso ghigno cattivo di allora, che da un momento all’altro scoppi tornando ad essere per molti la metafora della fatica di vivere, che dalle tenebre del passato risorga l’Unes - l’Unione nazionale degli esercizi elettrici – , colei che fu prima che l’Enel fosse, la bolletta primigenia che spense tutti i fanali a gas e ci fece diventare moderni. E improvvisamente eccomi di nuovo ragazzo con in una mano la maledetta cartella e nell’altra, affondata nelle tasche dei pantaloni, i soldi contati e stretti in pugno, spedito in missione speciale a pagare la bolletta della luce di casa negli uffici di via Buozzi, quelli coi mattoncini rossi che oggi non fanno più paura a nessuno. Per noi e i tanti come noi, ceto medio-basso e senso dell’onestà da alta aristocrazia, quella bolletta era la spada di Damocle sempre incombente, il metro spietato della tua scala sociale: se non pagavi ti spegnevano insieme la luce e l’onore familiare.
C’erano due sole occasioni in cui si parlava sottovoce a proposito di un vicino di casa o di un conoscente: in caso di malattia grave di un familiare o in quello del taglio dei fili della luce con sigillo sul contatore. Poi c’era luce e luce: il lampadario della sala acceso col contagocce e la lampadina della cucina, con quella luce rossiccia da stella in allontanamento che ti faceva venire sonno già alle otto. Luce triste e in più anche da pagare!