Il diario di Serenella Albonetti: "La mia lotta contro la malattia"

Le memoria dell’imprenditrice deceduta le scorse settimane: "Il cancro ti strappa alla vita, i miei perché senza risposta"

Serenella Albonetti, l’imprenditrice deceduta per un male incurabile

Serenella Albonetti, l’imprenditrice deceduta per un male incurabile

Pesaro, 26 settembre 2023 – Iniziamo oggi la pubblicazione a puntate del diario di malattia di Serenella Albonetti, l’imprenditrice 62enne titolare di ‘As tecnologie di sicurezza’, ed ex membro del consiglio della Confcommercio, deceduta nei giorni scorsi. Il diario è stato ritrovato da suo marito Paolo Nicolini, che ha deciso di condividere con la città le sofferenze, il coraggio e la speranza di sua moglie. Una sorta di testamento dedicato a chi soffre e a chi può fare qualcosa per alleviare queste sofferenze.

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Sono stata operata il 13 dicembre 2022, mi hanno tolto 5 linfonodi di cui uno grosso e scavato fino alla cervicale. Attesa di un mese prima di essere ricoverata in reparto (il 16 gennaio) causa alta richieste di ricoveri in un reparto che di posti ne può contenere il doppio. La prima chemio il 19 gennaio. Le crisi dalla chemio sono state bloccate dai medici che 24 ore su 24 hanno monitorato la situazione. Uscita dall’ospedale il 27 gennaio torno a casa quasi normale e tamponata dalle cure giuste in un reparto di competenze stellari. Iniziamo le 3 settimane a casa in attesa della 2ª chemio come da Protocollo nazionale. Il lunedì dopo, su suggerimento del reparto, sarà l’associazione Ant a farmi le medicazioni del Pik a casa e monitorare le mie condizioni. Vengono, medicano il Pik, mi fanno firmare una specie di cartella dove non ci sono nomi di dottori che dovrebbero assistermi ma solo della responsabile Ant di Pesaro. Va beh, speriamo bene. Il mangiare è da subito sbagliato, posso mangiare tutto ma di casa, dove trovo le indicazioni, il cortisone morde ed io non so cosa mangiare e come alimentarmi. Ho molti dolori nel corpo, e prendo molti antidolorifici, non riesco a dormire e sono agitatissima, pulsazioni del cuore a 110, mi scoppia, mi fa male tutto il corpo gonfio e pieno di macchie scure, pelle screpolata e cadente, mangio poco, non ho fame, perché? Il deltacortene in pasticche mi blocca l’intestino che mi fa malissimo. Il 9 febbraio 2° ciclo di chemioterapia in day hospital. Mettono la macchina così veloce che mi sento male: 7 ore e poi a casa. Per i 5 giorni successivi sono stata malissimo, gonfia e dolorante in tutto il corpo, pallida, senza appetito, sempre sveglia, noiosissima e con dolori fortissimi dappertutto e con la circolazione completamente bloccata. Il mio corpo è gelato, non sento più la pelle, i muscoli, l’unica cosa che sento sono dolori e fitte in tutto il corpo e questo gelo che mi blocca il corpo e mi dà scosse di dolore molto forti".

Mangio poco, dimagrisco ancora, arrivo a 57 chili da 69. Altre due visite, 1 a settimana dagli operatori Ant per medicare il Pik e poco altro. Mi trascino con dolore fino alla terza chemio, mi sento malissimo, distrutta dai dolori, gola gonfia fino alle orecchie per la malattia che vuole salire fino in testa, mi fischiano le orecchie e prego il Signore di aiutarmi, non resisto più. Terza chemio, la peggiore, il 3 marzo. Inizia la sofferenza più grande a casa, 3 notti nell’oscurità, non veniva mai il giorno, volevo morire, lo sentivo, soffrivo troppo, la luce era marrone, Paolo ogni tanto veniva a vedere come stavo e scappava via piangendo. Quelle tre notti sono diventate 30 giorni di sofferenza, possibile che dopo tutti questi mesi di terribili sofferenze il Signore non mi volesse aiutare, c’era anche la morte nella mia stanza, l’ho vista e voleva portarmi via. L’unica parte non dolorante del mio corpo era la mia mente e tramite il contatto avuto dalla sorella di C. ho voluto scrivere per far sapere quali indicibili sofferenze subisce un malato di cancro perché le stavo umanamente avendo tutte e nella forma più feroce possibile".

Volevo che si sapesse l’ingiustizia di questo male che ti cancella dal mondo e tu non puoi fare nulla e devi, dopo una vita di sacrifici e lavoro, lasciare tutto ciò che ami e morire. Perché. Con il primo scritto ho lanciato i miei perché di dolore dove risposte non ne vedevo ma solo domande. Solo un malato sa cosa vuol dire star male e cosa prova, i medici non lo capiscono perché loro hanno il Protocollo. I giorni del buio 3-4-5-6 ho scritto lucidamente tutto quello che pensavo della vita vissuta, senza futuro ormai perché condannata a morite, perché? E di tanti argomenti che portati a conoscenza a chi di dovere potevano, con la mia esperienza di vita aiutare tante persone a vivere meglio".

– Continua –