REDAZIONE PESARO

Finalmente un mese sotto la media. Rallenta il rialzo delle temperature

In 175 anni l’incremento medio primaverile è di circa 1,9°C; le stime di crescita si attestano intorno a 1,6°C. Ora entriamo nel periodo più delicato perché l’estate si annuncia sull’onda di una bolla africana.

Nella notte pioggia con grandinelli e copiosa nevata.

A tutti i monti vicini e anche a Pietralata è caduta neve.

Era bianca anche la Cesana,

il M. Soffio fino a S. Cipriano incluso, che di qui vediamo.

Dal registro dell’Osservatorio, 18 maggio 1874

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Ci sono voluti 2 anni per riavere un mese con temperature sotto media, l’ultimo era stato sempre maggio, nel 2023. Sfogliando i registri è interessante notare come questo mese sia tra i più variabili, gli estremi giornalieri assoluti vanno dai -1,4°C del 1957 ai 35,7°C del 2009, il maggio più freddo è stato quello del 1980 con una media di 9,9°C, il più caldo quello del 2009 con 20,1°C, oltre i 10°C di differenza.

Il maggio appena concluso, e con lui la primavera meteorologica, si è fatto comunque notare e rafforza l’idea che la folle corsa al rialzo termico stia continuando a rallentare. Anche il dato stagionale è decisamente più contenuto con 1,2°C in meno rispetto al 2024, nel complesso in 175 anni l’incremento medio primaverile è di circa 1,9°C, le stime di crescita del bacino del Mediterraneo si attestano intorno a 1,6°C. Il mese si è concluso con il primo affondo dell’anticiclone subtropicale (africano) con i primi 30°C dell’anno proprio il giorno 31. Molto confortanti anche i dati pluviometrici, gli apporti sia mensili che stagionali sono in linea con le attese, sicuramente l’estate entra in scena in un contesto ambientale con vegetazione rigogliosa e fiumi e ruscelli ben alimentati, siamo molto lontani dall’inizio critico dell’anno scorso.

Ora inizia il periodo più delicato, l’estate si è presentata come detto sull’onda di una bolla africana che sembra avere radici profonde, non sono previsti attacchi ciclonici nella prima metà del mese. Sappiamo bene che anche con buone condizioni di partenza l’assenza prolungata di perturbazioni potrebbe riportarci anche a situazioni di criticità.

Tornando alla variabilità di maggio, nell’800 non erano rare le ultime nevicate sull’Appennino, spesso per episodi temporaleschi violenti ed improvvisi, molte le segnalazioni di grandinate anche di grandi dimensioni, come ci ricorda la nota introduttiva del 1874. L’unica registrazione di neve "coreografica" caduta in città è del 1957 (appena 2 cm) in un mese molto piovoso. L’estate azzorriana dolce e umida è ormai un ricordo del ventesimo secolo, ha perso il dominio del Mediterraneo sotto la spinta poderosa del collega africano sempre più invadente e duraturo, non ci resta che monitorarne l’andamento, confidando nella sua clemenza.