Una premessa. I dati sulle persone in lista d’attesa, che secondo la Regione erano "indisponibili", "non ufficiali", tanto da non essere comunicati nemmeno a un consigliere regionale dopo specifico accesso agli atti, improvvisamente ce li hanno tutti. "Il dato dei 30mila in lista d’attesa esiste. Ma va spiegato", dice il direttore generale dell’Ast 1 Alberto Carelli.
Direttore, quante persone in provincia, dall’1 gennaio al 15 aprile, hanno chiamato il Cup per un appuntamento? "Sono state 158.657". E quanti di questi hanno subito trovato posto? "128.760" E quindi circa 30mila sono stati messi in lista d’attesa. "Sì, ma all’interno di quel numero ci sono anche quelli che verranno richiamati nei tempi previsti. Quello è un dato complessivo, un dato ’sporco’. Perché per alcuni tipi di ricette, le D, abbiamo 6 mesi di tempo per trovare un posto. Mesi che non sono ancora scaduti. Per quelle senza priorità c’è addirittura un anno di tempo. Capisco che la gente si arrabbi, ma questa è la legge".
Lei vuole dire che non siete inadempienti per tutti i 30mila. Qualcuno lo ripescate. "Certo, ho un team che tutte le mattine controlla le prestazioni richieste: se vedo che c’è una tipologia in sovraccarico riapro le agende, cerco di attivare delle sessioni straordinarie". E quanti ne ripescate? "Io ho i dati ufficiali, validati dal Ministero. In seconda chiamata ne abbiamo prenotati altri 18.713. Ce ne restano 11.184. È su questi che siamo inadempienti, ovvero per un numero pari al 7,5% circa"
Comunque mentre il pool dell’Ast richiama i cittadini, al Cup la gente continua a telefonare e a ingrossare la lista. E’ un continuo giocare in recupero. "La verità è che da un anno all’altro c’è stata un’impennata di richieste. Nel 2024, nello stesso periodo, avevamo registrato 147.828 domande. Oggi ne abbiamo 10mila in più. Se contiamo dal 2023, sono 28mila, il 18% in più". Senza considerare che c’è chi in lista d’attesa non si fa mettere, e va direttamente dal privato. Sarebbe circa il 40% di chi chiama.