GRAZIA
Cronaca

La chiesa dell’Annunziata, guscio fragile del Settecento

L’edificio nel centro storico di Pesaro merita ogni attenzione per la qualità degli elementi conservati. Le sue vicende sono intrecciate con quelle della famiglia Mosca, il cui palazzo domina in città.

In alto la suggestiva decorazione che è illuminata già dalla sua progettazione con la luce naturale A lato, il portone d’ingresso della chiesa, in via Annunziata 25 a Pesaro, dietro i Musei Civici

In alto la suggestiva decorazione che è illuminata già dalla sua progettazione con la luce naturale A lato, il portone d’ingresso della chiesa, in via Annunziata 25 a Pesaro, dietro i Musei Civici

Calegari FrancaIl recente restauro, finanziato dal Lions Club Pesaro Host, dell’enorme portale e del portone ligneo di palazzo Mosca sede dei musei civici di Pesaro, mi sollecita a riportare l’attenzione su questa famiglia e sulla loro importante presenza economica e culturale in città.

Erano arrivati verso la metà del ‘500 da Alzano del Bergamasco, attratti forse dalla fortuna che un’altra famiglia, quella dei Bonamini anch’essi mercanti di origine bergamasca, avevano realizzato a Pesaro. La ricchezza dei Mosca si consolida poi nel ‘600 quando si dedicano alla sistemazione della grande villa a Caprile e a quella del palazzo di città, nei pressi della piazza principale. Un fabbricato enorme con facciata sulla piazzetta creata abbattendo vecchi piccoli edifici, e con i lati lungo le attuali vie Mazzolari e dell’Annunziata. In successione si presentano i tre cortili, e all’interno si snodano le altissime sale, cinque delle quali sono le attuali che ospitano i musei civici.

Le loro dimensioni si intravvedevano da via Mazzolari, nello squarcio provocato dai bombardamenti del 1944, prima della ricostruzione dell’intera ala su quella via effettuata nel 2013, che ha restituito ai musei civici la loro integrità e nuova funzionalità. Citando in modo sintetico le vicende di famiglia nell’800, nel palazzo vivevano Benedetto Mosca con sua moglie Barbara Anguissola Comneno milanese, e le figlie Vittoria e Bianca. Quando Bianca sposa il principe Tommaso Chiaromonti, Vittoria si trasferisce nel 1844 a palazzo Mazzolari da lei acquistato due anni prima. Sarà il luogo della sua vita con l’amatissimo marito Vincenzo Toschi e diventerà lo spazio per le straordinarie collezioni donate alla città.

Nel 1779 era stata ceduta alla famiglia Mosca con beneplacito apostolico l’attigua chiesa dell’Annunziata, dopo la soppressione delle confraternite. Era l’antico edificio religioso della Confraternita dell’Annunziata, fondata dalla beata Michelina Metelli e dal Beato Cecco, aveva avuto una storia gloriosa per opere artistiche e per importanza religiosa, e qui trascuro completamente per brevità questo passato molto ricco e intenso.

Negli ultimi due decenni del ‘700 l’interno e l’esterno della chiesa vennero completamente rifatti per volontà di Carlo Mosca (1720-1790) e di suo figlio Raimondo. Il motivo del giglio che compare nello stemma dei Mosca è replicato nel portone della chiesa, nella cantoria e in alcune decorazioni che suggellano il legame con la famiglia. L’immagine della chiesa è insomma totalmente settecentesca, dall’altare maggiore sovrastato dalla splendida “Annunciazione ed Eterno Padre“ in stucco dello scultore bolognese Giuseppe Mazza (1653- 1741), alla dipintura in rosa lilla di tutte le pareti, alla presenza di due monumenti funerari appartenenti alla famiglia Mosca.

Il più antico, datato 1778, ricorda Lucrezia Belluzzi, giovanissima sposa di Raimondo Mosca che fu il promotore e finanziatore del monumento. Il secondo reca il busto centrale di Bianca Mosca attorniata dalle figure allegoriche della Fede e della Carità e sovrastata dai ritratti dei genitori Benedetto Mosca e Barbara Anguissola. Si deve agli eredi di Bianca, Benedetto figlio di Vittoria e Vincenzo Toschi, e Alfonso del Turco.

Le pareti sono dipinte con finte statue di santi che ricordano nomi della famiglia Mosca come Francesco, Benedetto, Raimondo. Ricordi di famiglia dunque, in un edificio che è passato di proprietà dalla Curia alla Fondazione Cassa di Risparmio che ha provveduto all’eccezionale restauro, ultimato nel 2000 dall’architetto Celio Francioni. C’è stato poi un ritorno di proprietà alla Curia e infine un passaggio di gestione al Comune di Pesaro che ha sistemato un’enorme gradinata di tipo sportivo per aumentarne la capienza, mentre solo aggiungendo sedie si può rispettare questo spazio piccolo e prezioso.

Oggi l’edificio è in restauro e si spera che il raffinato guscio settecentesco, delicatissimo e fragile, della chiesa dell’Annunziata venga di nuovo rispettato come merita.