"La Pala Montefeltro torni a Urbino"

Per omaggiare Paolo Volponi nel 2024, Urbino Capoluogo chiede al Ministero della Cultura di riportare la Pala Montefeltro nella sua città natale. La Pala è stata trafugata nel 1810 e attualmente è nota come Pala di Brera.

"Se vogliamo onorare Paolo Volponi dobbiamo portare avanti la sua battaglia sulla Pala Montefeltro". Lanciano l’appello Giorgio Londei e Ferruccio Giovanetti, presidente e vice di Urbino Capoluogo: "Nel 2024 ricorre il centenario dalla nascita di Paolo Volponi. Ci saranno tante celebrazioni, ma ci sarebbe un modo per omaggiare l’uomo di cultura, l’amante d’arte e il politico. Dobbiamo recuperare e portare avanti la sua battaglia per riavere la pala Montefeltro". Ecco infatti ciò che diceva Volponi nel 1988, in un’intervista: "La Pala pierfrancescana, detta, ahimè, oggi di Brera, è il dipinto più rappresentativo dell’umanesimo matematico urbinate. Insieme a ‘La Flagellazione’, altra opera di Piero della Francesca, doveva ornare le mura di qualche cappella sepolcrale attigua alla chiesa conventuale di San Francesco; da lì la Pala della Madonna passò presto al mausoleo di San Bernardino dove, nel 1810, fu trafugata per ordine di Napoleone. Ed è proprio nel mausoleo che la Pala deve tornare, per ricostruire una perduta unità storico-artistica". Volponi non riuscì nell’intento, eppure la dichiarazione spinge i due esponenti di Urbino Capoluogo: "Il miglior modo per aggiungere qualcosa di concreto alle celebrazioni è quello di proseguire su questa strada. Oggi abbiamo una situazione favorevole: la città ora ha Vittorio Sgarbi che è sia prosindaco che sottosegretario del ministero della Cultura. Sgarbi si è sempre espresso a favore di un ritorno. A questo punto, il ministero parli e dica cosa vuol fare. La Pala può tornare in modo permanente, per alcuni anni, per una grande mostra o per una esposizione solo incentrata su di lei. Può tornare anche nella più idonea Galleria Nazionale: Sgarbi dica a che punto è del suo lavoro diplomatico e se dev’essere un no, dicano che non ce la ridaranno mai e Urbino ci metterà tristemente una pietra sopra. Però dicano qualcosa". Londei e Giovanetti concludono criticando anche la comune denominazione: "Il titolo postumo che le è stato dato è ingiusto e scorretto: Pala di Brera non ha senso. Brera è solo il contenitore attuale e nulla ha a che fare con il committente, con l’origine o con l’autore. È un quadro assolutamente intriso di Urbino che è giusto venga chiamato col nome che gli spetta: Pala Montefeltro". gv