
Dopo trenta anni di attività la formazione può ambire al riconoscimento di “Ico“. Il sostegno di Antonio Baldelli.
Trenta anni di successi, oltre 2.500 concerti, tournée internazionali e un ruolo cruciale come ambasciatrice della cultura italiana nel mondo. Nel cuore delle celebrazioni per i trent’anni dell’Orchestra Sinfonica Rossini, si guarda al futuro con determinazione. L’obiettivo è ambizioso: il passaggio da Nuove Tradizioni Orchestrali (NTO) a Istituzione Concertistica Orchestrale (ICO). Un riconoscimento che, come ha sottolineato ieri l’onorevole Antonio Baldelli – nel convegno celebrativo che si è svolto nella Sala del Cenacolo di Palazzo Valdina, a Roma – rappresenterebbe "una tappa fondamentale per garantire stabilità e sostenibilità a una realtà culturale che merita di continuare a crescere".
"La differenza tra NTO e ICO non è solo amministrativa – ha spiegato Baldelli –, ma riguarda il consolidamento della struttura e l’accesso a risorse che rafforzerebbero l’Orchestra come punto di riferimento per il territorio e per il panorama culturale italiano. Questo passaggio è il giusto riconoscimento per un’orchestra che ha dimostrato di essere già all’altezza dei parametri richiesti".
Fondata il 24 febbraio 1994 da un gruppo di giovani musicisti pesaresi, molti formatisi al Conservatorio Rossini, l’OSR si è affermata come un modello di impresa culturale con oltre 180 concerti annuali e un repertorio che spazia dalla musica classica al crossover, capace di conquistare il pubblico e avvicinare nuove generazioni alla musica colta. Uno sforzo che prosegue nella stagione 2025 che si preannuncia intensa, con oltre 100 concerti in sei regioni italiane e tappe nelle capitali musicali di Bologna, Milano e Napoli.
"Non siamo solo un’orchestra – ha dichiarato il presidente dell’OSR Saul Salucci – siamo un simbolo di quello che la cultura può fare per il territorio, creando economia, lavoro e opportunità di crescita". Un contributo importante al dibattito è arrivato dalla sorella Pamela Salucci, Presidente dell’associazione Amici dell’Orchestra Sinfonica Rossini. "Il percorso dell’OSR all’interno del Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS) è stato significativo – ha spiegato – e i numeri dimostrano che merita di essere riconosciuta come ICO. Ma è fondamentale garantire equità e superare alcune resistenze che sembrano privilegiare solo poche realtà".
Attualmente, in Italia, ci sono “solo“ 13 ICO, un numero che la Salucci ha definito “insufficiente“ per un Paese con una vocazione musicale così forte. "L’Italia conta 62 conservatori, 175 licei musicali e una tradizione di spettacolo dal vivo senza eguali. Non possiamo limitarci a 13 orchestre stabili: il sistema va ampliato per rispondere alla domanda di stabilità e qualità che i nostri musicisti meritano". La Salucci ha poi espresso perplessità sul recente Decreto Ministeriale del 4 dicembre, che introduce la denominazione di "nuove orchestre territoriali" per alcune realtà precedentemente inserite come ICO prima istanza. "Questo cambiamento ci lascia stupiti: la Rossini ha già i numeri e i requisiti per essere riconosciuta come ICO. Non vorremmo che queste modifiche siano un tentativo di preservare privilegi e limitare il numero di orchestre stabili in Italia".
Il dibattito – a cui sono intervenuti anche il presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati Federico Mollicone, il direttore artistico dell’OSR Paolo Rosetti, l’assessore alla Cultura e vicesindaco di Pesaro Daniele Vimini, l’assessore alla Cultura della Regione Marche Chiara Biondi e l’onorevole Giorgia Latini – ha posto al centro una riflessione più ampia sul ruolo delle orchestre nel sistema culturale italiano. "Non sono solo realtà artistiche – ha concluso la Salucci – ma strumenti di identità nazionale. Un Paese che ha insegnato la musica al mondo deve garantire stabilità a queste realtà".
Tiziana Petrelli