
Un addetto alla industria meccanica, settore in calo assieme al mobile
Pesaro, 15 giugno 2024 – Non parte bene il 2024 sotto il profilo industriale. E’ arrivata la prima fotografia delle esportazioni con i primi dati trimestrali che sono stati resi noti dalla Camera di Commercio. Il quadro che emerge non è dei migliori perché calano come esportazioni i motori principali dell’economia provinciale: la meccanica prima ed il mobile poi. I macchinari per l’industria hanno avuto una flessione, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno dell’8%: il valore dell’export è passato dai 235 milioni del primo trimestre del 2023 a 216 e spiccioli di quest’anno. Chi produce componenti per le industrie estere, soprattutto per il settore legato alla produzione di auto in Germania, ha un calo dell’1,7% passando da 238 milioni a 234.
"E la situazione – dice Paolo Rossini della Uil – non va per migliorare perché si sta risentendo il calo della domanda, per noi intorno al 20% in molte aziende di primo piano, per cui si prevede una estate calda nel settore della meccanica con riduzione degli orari di lavoro. E ancora peggio sarà l’autunno se la situazione generale non cambia".
Il settore del legno ha incasellato nei primi tre mesi dell’anno una caduta del 10,8 per cento con un calo di esportazioni pari a 4 milioni di euro "anche se devo dire – dice Giuseppe Lograno della Cgil – il polso della situazione non è drammatico anche se in alcune situazioni si applica la flessibilità perché è terminato il contraccolpo post-Covid e quindi si torna sui livelli del 2019". Questa la situazione del nocciolo duro del comporto industriale della provincia. Da mettere nel conto anche una perdita che si avvicina al 3 per cento nel settore moda-abbigliamento dove si sono persi poco meno di 2 milioni di euro di merci esportate, perché anche il settore del lusso sta camminando con il freno a mano tirato e in provincia ne risentono i terzisti.
Chi corre è invece il settore della nautica, molto forte soprattutto tra Fano e Mondolfo perché mette a segno un più 254% passando dai 16 milioni e mezzo del primo trimestre del 2023 ai 59 milioni di quest’anno. Una lettura a due facce quella sulla nautica perché gli operatori danno un calo degli ordini ed alcune società come la Ferretti stanno internalizzando alcuni lavori: in provincia "ha acquisito un mobilificio che lavorava per realizzare gli interni e sta anche realizzando impianti per la costruzione degli scafi in vetroresina per cui ne potrebbero risentire i terzisti locali", dice Gianluca Di Sante della Cgil. Comunque il settore della chimica che vale oltre 16 milioni di esportazioni ha messo a segno un calo che sfiora il 19 per cento, mentre quello legato agli articoli gomma e materie plastiche cala del 12,6% passando dai 68 milioni dello scorso anno ai 59 di quest’anno. Va detto, per chiudere il quadro generale, che il previsto crollo nel settore dell’edilizia non c’è perché la chiusura del 110 per cento è stata compensata dai lavori legati al Pnrr "ed anche le aziende che lavorano per il settore stanno continuando a marciare bene", dice Giuseppe Lograno.
L’anello debole di una situazione economica che non va per migliorare, di regola dovrebbe essere il settore dell’artigianato che lavora molto con le grandi aziende. Ma Moreno Bordoni, della Cna, getta acqua sul fuoco: "Direi che la situazione è a macchia di leopardo. Hanno contraccolpi negativi le aziende che sono legate al mercato tedesco che è in crisi, mentre ce ne sono altre che stanno camminando bene e con i soliti problemi degli anni scorsi: hanno difficoltà a reperire manodopera specializzata".