
Lallo, del Cozzamara: subì una multa di 12mila euro per una targhetta
Pesaro, 10 novembre 2016 - Vi ricordate le polemiche per una verifica dell’ufficio del Lavoro al ristorante Cozzamara? Mancava una targhetta sotto una telecamera interna. Venne inflitta una multa da 12 mila euro. Era il novembre 2014. Scoppiò una polemica sui giornali. Ne seguì un’altra di verifica, ma questa al ristorante Lo Scudiero di via Baldassini. Era il 14 febbraio 2015. Ad eseguirla sempre i carabinieri dislocati all’ufficio del Lavoro. Allo Scudiero, dove i militari entrarono alle 19.30 uscendo poco prima di mezzanotte, giudicarono cinque camerieri dei lavoratori in ‘nero’. Inutilmente il proprietario del locale cercò di far notare che tutti i camerieri erano stati assunti con contratto di prestazione di collaborazione occasionale. E presentò i contratti. Per gli accertatori, quei documenti erano pari alla carta straccia e si rifiutarono di acquisirli, anzi li lanciarono via ipotizzando violazioni che portarono ad elevare un verbale di 22.477 euro, con sospensione dell’attività. I proprietari del ristorante non accettarono un’imposizione che sentivano come ingiusta e presentarono querela per abuso d’ufficio nei confronti dei militari che avevano fatto la verifica.
L’indagine aperta dalla procura della Repubblica (pm Letizia Fucci) e delegata proprio ai carabinieri del reparto operativo di Pesaro ha portato ad indagare cinque militari con l’accusa per tre di loro di abuso d’ufficio e falso ideologico e falsità materiale, un quarto per il solo abuso d’ufficio e un quinto per aver rivelato ai tre indagati che c’era un’inchiesta su di loro. Adesso il pm ha chiuso l’attività investigativa e si appresta a decidere se chiedere il rinvio a giudizio oppure procedere con la richiesta di archiviazione per i cinque indagati. Da quanto si è appreso, i militari che avevano fatto le verifiche con multe elevate per la targhetta mancate o per non aver preso in considerazione i contratti di assunzione temporanea, sono stati trasferiti. Non sono più in quell’ufficio dove tra l’altro ad un certo punto si erano incrinati anche i rapporti con la dirigente, che non gradiva quel tipo di approccio sanzionatorio nei confronti di imprenditori e commercianti.
Tra le pieghe dell’inchiesta ci sono anche i contenuti di numerosi giorni di intercettazioni. La procura ha depositato i dialoghi che ci sono stati tra i vari indagati ma in particolare emerge come i militari vengano messi al corrente da un amico professionista comune dell’indagine nei loro confronti dopo la querela presentata dal titolare del ristorante lo Scudiero. A quel punto capiscono di esser finiti loro nel mirino dopo quelle verifiche nei ristoranti e non nascondono di attendersi conseguenze. Sia penali che professionali. E infatti le seconde sono arrivate ancor prima delle altre. Tutti trasferiti d’urgenza, per incompatibilità ambientale.