
di Giorgia Monticelli
I detenuti presenti nelle Marche sono 836, su una capienza massima di 823. Di questi, 289 sono stranieri. Risultano effettivamente in servizio 591 agenti di polizia penitenziaria su 626 assegnati, una carenza più volte al centro delle proteste messe in atto dagli stessi agenti. Questi sono solo alcuni dei dati emersi dal quadro generale delineato da Giancarlo Giulianelli, Garante regionale dei diritti della persona.
Un sovraffollamento che include anche la casa circondariale di Villa Fastiggi che registra un dato allarmante, appena sotto quello del carcere di Montacuto di Ancona: sono 194 i detenuti presenti, di cui 72 stranieri e 19 donne, su una capienza complessiva di 143 unità. In attività sono presenti 149 agenti su 148 assegnati. Il carcere di Fossombrone, invece, ha 89 detenuti a fronte di 179 posti disponibili, ma in questo caso è da considerare la chiusura di una sezione a causa dei lavori di ristrutturazione, con 96 agenti su 99 assegnati.
Per istituti come quello di Villa Fastiggi si rendono necessari lavori di ristrutturazione e adeguamento, oltre che un’operazione di rinforzo del personale. "A tale carenza si sta, solo in parte, sopperendo – fa sapere Giulianelli - attraverso il prezioso contributo dei volontari e con il ricorso agli educatori ponte, assunti da alcuni Comuni con contratto di lavoro a tempo determinato. È nostra intenzione attivare in tutti gli istituti degli sportelli informativi per supportare i detenuti, attraverso il lavoro degli stessi volontari".
Nelle ultime settimane il Garante ha avviato un monitoraggio sui detenuti dimettenti ed anche su quelli che, seppur in regime carcerario, possono essere assegnati al lavoro esterno, con l’intento di individuare eventuali sbocchi occupazionali.
Per quanto riguarda la pandemia, come specificato da Giulianelli: "Nell’arco temporale ricompreso tra i mesi di novembre 2021 e gennaio 2022, sono stati riscontrati contagi in quasi tutti gli istituti, sia tra la popolazione detenuta che tra gli agenti della Polizia penitenziaria. Attualmente la situazione non sembra destare preoccupazioni ed il problema resta quello legato ai controlli da effettuare ed alle misure da adottare in relazione ai nuovi ingressi".
Ma l’emergenza pandemica non ha mancato di accentuare alcune criticità, come quelle riferite alla carenza dei medici di base; all’indennità oraria riconosciuta ai professionisti che si recano presso le carceri; all’assenza di prestazioni specialistiche in relazione alle patologie riscontrate tra i detenuti.
"Sono in costante aumento le patologie psichiatriche che – ha continuato il Garante - pone la necessità di rivedere anche ruolo e attività delle Rems (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza), sempre considerando che nelle Marche esiste soltanto una struttura di questo tipo".
Di tali problematiche Giulianelli ha avuto modo di parlare nel corso di una riunione dell’Osservatorio regionale della Sanità penitenziaria, del quale l’Autorità di garanzia è entrata ufficialmente a far parte dietro sua esplicita richiesta. Proprio in questa sede sono state delineate le possibilità fornite dalla telemedicina, e la questione dell’ospedalizzazione dei detenuti, ipotizzando l’individuazione di stanze a loro riservate, soprattutto nei nosocomi situati in prossimità delle strutture carcerarie.