Porte girevoli in Ast. Medici in fermento. Patriti guarda all’Umbria. Rocchi e Mazo ai saluti

Il primario di Chirurgia verso Perugia. Voci di dimissioni per gli altri due

Porte girevoli in Ast. Medici in fermento. Patriti guarda all’Umbria. Rocchi e Mazo ai saluti

Il primario di Chirurgia verso Perugia. Voci di dimissioni per gli altri due

di Benedetta Iacomucci

Porte girevoli in Ast. Quando stanno per essere licenziati gli atti aziendali che disegneranno la nuova organizzazione di reparti e personale, e a distanza di qualche mese dall’atteso avvio del cantiere per il nuovo ospedale di Muraglia, si respira un certo fermento all’Azienda sanitaria di Pesaro e Urbino, che coinvolge figure importanti della nostra sanità, a cominciare dai direttori di alcuni reparti.

Come Alberto Patriti, direttore del dipartimento di Chirurgia dell’Ast. Il medico ha partecipato al concorso bandito dall’azienda ospedaliera di Perugia per la direzione della struttura complessa a direzione ospedaliera di Chirurgia ad indirizzo epato-bilio-pancreatica. Vincendolo. L’uomo del "Da Vinci" e della chirurgia robotica, ha staccato di 13 punti il secondo classificato. "Vuol dire che sono stato bravo", si limita a commentare, senza sbilanciarsi ad affermare – come pare prevedibile – se ciò implichi dimissioni a stretto giro dal suo incarico in Ast. Ma certo, se fai un concorso, e poi lo vinci, di solito non è per restare a fare quello che facevi prima.

Ma c’è pure un altro pezzo da novanta della sanità pesarese che sarebbe invece già fuori dalla porta. Si tratta del cardiologo Guido Rocchi, responsabile della Struttura semplice Dipartimentale Cardiologia Fano e scompenso cardiaco. Anche lui, raggiunto telefonicamente a Londra dove si trova per un congresso, "non conferma né smentisce" le voci di dimissioni. Ma se si chiama in reparto al Santa Croce, una voce risponde senza fare troppi misteri che "il dottore è in ferie fino alla fine dell’anno, e poi comunque non tornerà".

Infine avrebbe pensato alle dimissioni anche Sara Mazo, direttrice dell’Unità operativa complessa di Medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza all’ospedale di Urbino. Se per motivi personali o professionali non è dato sapere. Ma certamente negli ambienti ospedalieri sono in tanti a non negare una certa insoddisfazione. D’altronde la medicina d’urgenza, non solo a Urbino, è da tempo il settore che più soffre per la mancanza di personale e per l’incertezza del quadro generale che la riforma regionale ancora da compiere non ha certo contribuito a rischiarare. Anche dalla dottoressa Mazo nessuna conferma. Ma nemmeno smentite.