SOLIDEA VITALI ROSATI
Cronaca

Roberto Vecchioni, spettacolo multimediale per studenti e fan

Lunedì 3 sarà al teatro Rossini per un dialogo letterario e musicale con i liceali. Biglietti da 5 a 8 euro. L’enigmista Leone da Cagli svela: «Lui è un gran esperto di crittografia. Proponetegli un rebus»

Roberto Vecchioni con “La Settimana Enigmistica”

Pesaro, 2 aprile 2017 - Domani, lunedì 3, alle ore 21 Roberto Vecchioni, sì proprio lui, sarà al Teatro Rossini, invitato da seicento studenti delle scuole superiori che da settembre studiano testi, riferimenti culturali e musiche del suo canzoniere. Lo spettacolo multimediale, dialogo appassionato tra il cantante e gli studenti, è aperto al pubblico e i biglietti sono in vendita sia su vivatichet o direttamente al botteghino del teatro: otto euro in platea, sette euro nei palchi e cinque euro gli altri.

Per portarlo in scena i ragazzi si sono avvalsi della squadra di coetanei che ogni anno mette in piedi il musical coordinato dal liceo scientifico. Galeotto dell’evento è stato il concorso nazionale “sogna ragazzo sogna” istituito proprio dal liceo Marconi, per promuovere l’incontro della creatività studentesca con i grandi autori della canzone italiana. Ventitre classi del Marconi per un totale di seicento studenti delle scuole superiori hanno contribuito alla realizzazione dell’evento «ripercorrendo le sue canzoni, la sua carriera e i suoi testi – raccontano Anna Sanchini e Francesca Gasperini, tra le insegnanti che da mesi lavorano con i ragazzi alla preparazione dello spettacolo –, leggendo i suoi libri ed ascoltando la sua opera. Si parlerà del valore della parola, di amore, di felicità ma soprattutto di sogni».

Roberto Vecchioni
Roberto Vecchioni

«Sogni che sono cambiati tra le generazione dell’autore – concludono – e quella dei giovani studenti ma che sempre permettono all’uomo di desiderare una vita grande, nella quale anche quando saremo sul punto di morire, pianteremo un ulivo, convinti ancora di vederlo fiorire».

 

«Vecchioni il crittografo». Parola di Leone da Cagli

Leone da Cagli
Leone da Cagli

«Ragazzi date retta a me accogliete Roberto Vecchioni con un rebus, un quiz o una crittografia... roba di cui lui è assolutamente ghiotto».

Il consiglio agli studenti del liceo scientifico Marconi, che domani, lunedì 3, condivideranno con il cantautore il palcoscenico del Teatro Rossini, arriva da Leone Pantaleoni, meglio noto agli appassionati della Settimana Enigmistica come Leone da Cagli.

L’enigmista pesarese da tempo conosce la passione meno nota di Vecchioni, paroliere, scrittore, professore alle superiori e di corsi universitari, candidato al Nobel nel 2013, lo stesso anno in cui lo furono Bob Dylan e Leonard Cohen.

Con Vecchioni vi siete mai incontrati?

«Sì, tre anni fa – conferma Leone –. Ci trovammo entrambi a Marina di Massa al raduno annuale degli abbonati della rivista specializzata in giochi enigmistici la Sibilla, di cui Vecchioni è tra i collaboratori più assidui».

Che impressione le ha fatto?

«Vecchioni mi è sembrata una persona gioviale ed affabile».

Ama i rebus quanto lei?

«In verità credo preferisca di gran lunga le crittografie».

Cioè?

«Si traduce con “scrittura nascosta” e si spiega come sorta di rebus in cui l’illustrazione è sostituita da parte scritta. Faccio un esempio per farmi capire?».

Leone da Cagli
Leone da Cagli

Leone da Cagli scrive su un foglio di carta la lettera N. «Lei legge una lettera, mentre la soluzione, la scrittura nascosta, potrebbe essere “nona di Beethoven”. Infatti la N è anche la nona lettera del cognome del grande e famosissimo compositore tedesco».

Questo spiega perché nel profilo facebook Vecchioni pubblichi, con un certo orgoglio, una foto di sé con una copia della Settimana Enigmistica in mano...

«Già, ma guardi meglio quelle foto e si accorgerà che non si tratta di un numero qualsiasi».

In che senso?

«Si tratta del numero di Rivista datato 26 giugno 1943, vale a dire il giorno dopo che Robertino emettesse, intonatissimo, il suo primo vagito in quel di Carate Brianza».

Come ha saputo di Vecchioni enigmista?

«Il professore, come si conviene a ciascun autore, si cela dietro un nom de plume che è quello di Sergente York. Ma lui è il primo a non farne un mistero».

Ah, sì?

«Già. Ricordo una sua intervista in cui rispose che da grande avrebbe fatto l’enigmista “perché – disse – le altre cose passano, l’ispirazione si perde, ma l’enigmistica è una cosa che mi ha sempre affascinato”».

A cosa si deve lo pseudonimo?

«Credo sia strettamente legato al Gary Cooper del film Sergeant York. Quando lo incontrai a Marina di Massa stavo per domandarglielo... poi...».

Poi?

«Parlammo d’altro. Convenimmo entrambi che Samarcanda è parola omovocalica. Formata, cioè da sole “a” nonostante le ben dieci lettere che la compongono». Apperò...

 

VIDEO / Enigmi e anagrammi di Leone da Cagli

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