REDAZIONE PESARO

Sculture lignee di Luca Sguanci in mostra a Pesaro: un dialogo tra arte e città

Le opere di Luca Sguanci esposte al Palazzo Ducale di Pesaro, un incontro tra memoria storica e nuovi linguaggi artistici.

Il taglio del nastro per l’esposizione alla presenza della famiglia di Loreno Sguanci

Il taglio del nastro per l’esposizione alla presenza della famiglia di Loreno Sguanci

Quattordici sculture lignee per abitare lo spazio. L’intaglio deciso, il colore rosso che sottolinea lo slancio, gli intagli di forme da vivere che sembrano cercare un luogo più lontano rispetto alla “terra“ su cui poggiano. Sculture che hanno il riverbero di antiche civiltà, la memoria di un tempo passato nell’incontro di nuovi linguaggi. Sculture che paiono interrogativi, metafora dell’esistenza tra ente ed essere. Opere che abbracciano la città per essere abbracciate dalle persone, creature del maestro toscano che ha scelto Pesaro come la città in cui vivere.

Sono le ore 18 quando le migliaia di luci dell’albero di Natale fanno da contraltare alla luce che si accende sotto la loggia del Palazzo Ducale dove sono esposte alcune opere donate della famiglia Sguanci al Comune. C’è Luca Sguanci, c’è il viceprefetto Donatella Corvatta, c’è Luca Pieri, l’assessore Daniele Vimini per il quale la mostra riporta alla mente l’anno 1971 con l’evento storico delle “sculture in piazza“, proseguito nel presente con il parco urbano delle sculture, oggi il ritorno con Sguanci.

C’è il critico Bruno Ceci che si domanda cosa resta di uno come Sguanci: il suo impegno civile, la sua grande capacità tecnica, ma anche la sua dimensione umana, la profondità di pensiero mentre ravvisa un compito di una scultura che è espressione di poesia. C’è l’instancabile sindaco Andrea Biancani che ricorda Loreno come il fondatore del Centro Arti visive Pescheria ed esprime la soddisfazione per il grande contributo culturale che Sguanci continua a dare al Pesaro verso il traguardo di Capitale Italiana della Cultura. C’è anche Tullio Giacomini, giornalista.

Si fermano a guardare le sculture anche coloro che sono di passaggio e hanno scoperto, magari stasera, che gli artisti non muoiono, che l’arte deve essere di tutti, per tutti, risorsa di un luogo. Come Loreno avrebbe voluto.

Cecilia Casadei