
Lino Mechelli, consigliere di maggioranza, ritiene troppo poca la distanza tra il centro e il futuro stabilimento. In alto, Maria Francesca Crespini
Pesaro, 2 agosto 2025 – Il Consiglio comunale di Urbino ha approvato la costruzione, a Canavaccio, di un centro di sosta temporaneo per le carcasse degli ungulati abbattuti durante la caccia di selezione, ma il sito scelto scontenta l’opposizione e crea dubbi tra due consiglieri di maggioranza, Lino Mechelli e Giuseppina Maffei. La struttura, una delle nove finanziate dalla Regione, sorgerà nella zona industriale: il punto è che nascerà vicino al nuovo stabilimento dell’azienda Il Panaro.
I titolari, contattati, si dicono contrariati, però non scendono in polemica: "Siamo i primi a dire che questa struttura serva, ma chiaramente non siamo felici che sorga di fronte al capannone. Se l’amministrazione ritiene opportuno che debba andare lì, la metta lì, nel tempo vedremo se ci creerà problemi. Noi siamo produttori alimentari, non vogliamo entrare nella polemica politica". Questi nuovi centri permetteranno di attuare la norma regionale per l’abbattimento selettivo anche nelle aziende agricole e di commercializzare le carni, garantendone la qualità. Sono container di 80 metri quadri con delle celle frigo, in cui, chi li ha abbattuti, entro un’ora porterà gli animali, che poi saranno controllati, prelevati, macellati e venduti.
"Si rispettano tutti gli standard ed è una svolta, perché gli ungulati diventeranno una risorsa – ha spiegato l’assessore Giulia Volponi –. La filiera prevede un percorso con protocolli stabiliti con Istituto zooprofilattico, Università e Ast e ciò è una garanzia. Capisco che la parola "carcassa" spaventi, ma in realtà sono animali abbattuti solo un’ora prima, non c’è esalazione e non si vede nulla dall’esterno". Dalla minoranza pareri unanimi: non si contesta la validità del progetto, ma il sito scelto. Maria Francesca Crespini (Futura) ha chiesto un rinvio – respinto – per una miglior valutazione. Alla richiesta, dalla maggioranza si è associato Mechelli (Urbino città ideale): "Andava informata la pubblica opinione, in particolare quella del luogo. Essere sordi a un un approfondimento è un atto di arroganza: sono favorevole alla struttura, ma dateci la possibilità di verificare la compatibilità del collocamento". Respinto il rinvio, "per non votare contro", è uscito. Maffei (Liberi per cambiare) – astenutasi sulla delibera – ha detto che "la concessione per 10 anni non mi pare molto "temporanea"" e ha chiesto lumi sulla gestione in caso di animali malati. Lorenzo Santi (Pd) parla della necessità di un parere dell’Istituto zooprofilattico o dell’Ast, mentre Gianluca Carrabs (Avs) aggiunge: "Si è fatto un passo avanti fondamentale, il punto è che la ditta e altri altri hanno espresso perplessità. Proseguiamo senza spiegare cosa vogliamo fare?". Sul luogo, il sindaco, Maurizio Gambini, ha spiegato che "si sono vagliati tanti siti, ma questo è stato scelto perché decentrato, lontano 50 metri dal più vicino stabilimento, su strada pubblica, vicino alla superstrada e baricentrico rispetto a Cesane e Furlo". Crespini ribatte: "Capisco che servano fogne, acqua ed elettricità, ma perché metterlo lì? Ho contattato la Regione, il progetto prevede una platea di cemento su cui appoggiare il container e una palificata per reggerla. Per altro, non è vero che il deposito avverrebbe prevalentemente di notte. Sì, questa struttura è un segnale di civiltà, ma non è il luogo idoneo per farla".