Pesaro, costretto a fare sesso dai bulli. E poi il video sul web

La vittima 17enne denuncia due coetanei per avergli fatto subire umiliazioni, aggressioni e minacce. Ora sono indagati per abusi e revenge porn. Perquisite le loro case nell’entroterra di Urbino

Le immagini dei rapporti sessuali sarebbero state condivise attraverso TikTok

Le immagini dei rapporti sessuali sarebbero state condivise attraverso TikTok

Pesaro Urbino, 22 ottobre 2022 - Li hanno perquisiti e messi sott’inchiesta per violenza sessuale e revenge porn, ossia vendetta pornografica. Avrebbero prima obbligato un coetaneo di 16 o 17 anni a pratiche sessuali sotto minaccia di botte e ritorsioni e poi hanno filmato quei momenti rilanciandoli in rete, presumibilmente su Tik Tok. E questo lo scenario di bullismo ma forse sarebbe meglio dire criminalità su cui sta indagando la procura dei minori di Ancona mettendo sotto indagine due 17enni dell’entroterra urbinate, uno italiano e l’altro straniero, entrambi già noti alla giustizia per precedenti legati allo spaccio e al consumo di droga.

Aggiornamento: Pesaro, il caso dei bulli: sesso dopo averlo fatto ubriacare

Sarebbero anche studenti della stessa scuola della vittima delle loro angherie, e per questo lo tenevano d’occhio fino ad assoggettarlo completamente al loro volere, inducendolo a compiere contro la sua volontà pratiche sessuali ai due estorsori. Nel caso si fosse ribellato, lo avrebbe punito con delle percosse e minacce gravissime.

Tutto questo sarebbe andato avanti per alcuni mesi, fino a quando il ragazzo, alla ripresa della scuola, avrebbe confidato qualcosa a un’insegnante dicendole di subire delle angherie da parte di due suoi coetanei. Pian piano la confidenza si è fatta più convinta, superando il terrore delle ritorsioni, spiegando esattamente che cosa stava attraversando per colpa dei coetanei che incontrava a scuola.

Da quel momento è partita la segnalazione alla procura dei minori di Ancona che dopo un periodo di indagini sui due presunti violentatori, ha deciso nei giorni scorsi di passare all’azione pubblica inviando i carabinieri a perquisire le case dei due 17enni di fronte alle attonite famiglie sequestrando cellulari e computer. Nominato già un perito informatico che, fin dalle prime battute della perquisizione, ha preso in esame i cellulari per scoprire se vi fossero i video delle presunte violenze sessuali a cui è stato costretto il 17enne bullizzato. Non è chiaro se siano state rinvenute immagini o video ma l’avvocato difensore di uno dei due indagati, il legale Salvatore Asole, al telefono, ha risposto: "Non ho nulla da dire su quanto accaduto, mi riservo di parlare col mio assistito quanto prima in modo da chiarire la vicenda. Ma sono sorpreso che la notizia delle perquisizioni sia arrivata così velocemente a giornali e social".

Nel paese dove è avvenuto il fatto, la presenza di un certo numero di carabinieri nelle case dei due giovani ha fatto subito il giro di chat e social. Si è appreso che gli indagati avrebbero negato ogni responsabilità.

ro. da.