LORENZO PRIVIATO
Cronaca

Abusi sulle pazienti, otto anni all’infermiere

Ravenna: il 34enne non potrà esercitare la professione per tre anni, risarcite una delle giovani vittime di violenza e la clinica di Riolo Terme

Il processo è stato celebrato in tribunale a Ravenna (Foto di repertorio)

Il processo è stato celebrato in tribunale a Ravenna (Foto di repertorio)

Ravenna, 18 aprile 2025 – È stato condannato a otto anni di reclusione, in linea con le richieste della Procura, il 34enne infermiere accusato di abusi sessuali su alcune pazienti della clinica Villa Azzurra di Riolo Terme. Per l’uomo, che attualmente si trova ai domiciliari, il Gup Janos Barlotti in primo grado ha anche stabilito la sospensione dall’esercizio della professione di infermiere per tre anni, definendo le modalità di risarcimento delle parti civili: per una delle vittime, 20enne all’epoca dei fatti, tutelata dall’avvocato Maddalena Introna, 17mila euro di provvisionale immediatamente esecutiva, oltre ai danni che saranno liquidati in sede civile anche alla società del gruppo che gestisce la clinica.

Un’altra ragazza era uscita dal processo dopo aver trovato un accordo economico. Inizialmente le vittime erano in tutto quattro. Una perizia disposta dal giudice aveva ritenuto l’imputato capace di intendere e di volere, pur presentando immaturità psico-affettiva e tratti borderline che non inficiavano, tuttavia, il fatto che fosse processabile. Al contrario, la difesa – avvocato Rita Nanetti – aveva fatto leva sulle condizioni psichiche dell’uomo e sulla consensualità dei rapporti nel tentativo di ottenere l’assoluzione.

Le accuse risalgono a un periodo compreso tra novembre 2022 e gennaio 2023, quando secondo la procura l’infermiere, durante i turni notturni, avrebbe abusato di alcune pazienti, tutte poco più che ventenni. Di queste, due con coercizione e due sfruttando la loro condizione, nonché il suo ruolo professionale all’interno della clinica psichiatrica accreditata con il servizio sanitario nazionale. Secondo la parte civile, l’imputato avrebbe approfittato del rapporto di fiducia e affettivo che si crea tra l’infermiere e pazienti comunque fragili, e quindi della loro estrema vulnerabilità. La mancata costrizione delle vittime e l’assenza di una resistenza attiva non fanno venire meno la violenza sessuale.

Dopo un breve periodo di custodia cautelare in carcere, l’uomo era stato scarcerato dal Tribunale del Riesame e posto agli arresti domiciliari, dove tuttora si trova. La clinica riolese, da parte sua, aveva da subito attivato un procedimento interno a carico dell’infermiere decidendo di sospenderlo dall’attività in via cautelare. Tuttavia il 34enne aveva deciso in autonomia di rassegnare le dimissioni e di intraprendere un percorso terapeutico, presumibilmente per affrontare quelle stesse problematiche personali che, per la procura, rimandano a quanto accaduto in reparto.