
Addio a Decimo Triossi Era l’asso di Berlinguer per dialogare con Tito
A 93 anni è morto Decimo Triossi, partigiano, iscritto al Pci, uomo di partito e amministratore pubblico.
Nato nel 1930 (e chiamato Decimo perché era l’ultimo di dieci figli) a San Pietro in Trento, si trasferì seguendo il lavoro del padre a Porto Fuori, dove ha vissuto per tutta la vita. Nonno e padre anarchici, "la mamma – raccontò al Carlino nel 2018 – che non sapeva scrivere, ma se la cavava col francese" e lui, Decimo, a 14 anni aveva già in tasca la tessera del Pci ed era già sabotatore e staffetta partigiana. Senza dimenticare di portare avanti gli studi: elementari, medie, diploma da geometra. All’inizio del ’44 cominciarono le azioni partigiane. "Due fratelli e i cugini erano nella Resistenza e io in segreto organizzai una banda di ragazzini e cominciammo a fare sabotaggi e a rubare armi. Un rischio enorme. Tant’è che i miei fratelli lo scoprirono e pretesero che la smettessimo. Risposi che avrei sciolto la banda se mi avessero preso con loro. Smisi di andare a scuola e verso maggio del ’44 diventai staffetta partigiana: avevo 14 anni. Facevo da apripista, oppure portavo messaggi, anche armi corte. E’ sempre andata bene".
Enrico Berlinguer puntò su di lui, giovanissimo militante, per stabilire contatti con il partito comunista iugoslavo. Nei decenni è stato consigliere comunale e provinciale, dell’ente di Piazza Caduti è stato presidente nel 1968. In Regione è stato assessore dal 1975 al 1980, prima all’urbanistica poi alla sanità, con le presidenze Fanti, Cavina e Turci.
Andò in pensione nel 1990: "Mi sembrava giunto il momento di stare con mia moglie Lubiana e mio figlio Omero" già direttore di gastroenterologia dei tre ospedali della provincia, scomparso nel 2021. In seguito Triossi si è dedicato all’Istituto storico della Resistenza. Il sindaco Michele de Pascale lo ricorda "emozionato e felice lo scorso luglio in occasione della visita del presidente Mattarella per il centenario dell’assalto fascista alla Federazione delle cooperative, a cui aveva voluto partecipare nonostante i suoi problemi di salute".
"Un grande uomo politico, onesto, intelligente, e un ottimo uomo di governo": così lo ricorda il senatore di Articolo 1, Vasco Errani. "Con le sue azioni e il suo impegno ha contribuito alla libertà del nostro Paese", ha dichiarato Alessandro Barattoni, segretario provinciale del Pd. Cordoglio anche da Andrea Corsini, assessore regionale, e dall’Associazione Spinaroni, inaugurata con altri partigiani dallo stesso Triossi.
Dalle 14.30 di oggi, nel palazzo della Provincia di Ravenna sarà allestita la camera ardente, aperta fino alle 18.30. Verrà riaperta domani dalle 8 alle 17. I funerali si svolgeranno domani, con partenza alle 17.20 dal palazzo della Provincia verso il cimitero di Ravenna.