L’ennesima aggressione al Pronto soccorso. È quella avvenuta venerdì a Faenza, terminata con l’arresto di un 24enne che aveva accompagnato un amico e che si è scagliato sia contro gli operatori che contro i carabinieri. L’episodio accende di nuovo il dibattito sulle aggressioni nei Pronto soccorso: "Occorre iniziare a mettere in atto una serie di azioni di natura preventiva che partono da una maggiore presenza delle forze dell’ordine – commenta Paolo Palmarini, segretario regionale Uilfpl –. A volte questo non basta, ma vista la situazione la presenza delle forze dell’ordine dovrebbe essere garantita almeno in tutti gli ospedali con un afflusso di particolare rilevanza: quindi nella nostra provincia a Ravenna, Lugo e Faenza".
Nel Pronto soccorso di Faenza attualmente è presente la vigilanza privata ma non un posto di polizia: "Un potenziamento non è più rinviabile, anche attraverso il ministero degli Interni, per fare in modo che in tutti i Pronto soccorso del Paese sia presente – prosegue Palmarini –. Il rischio nei confronti di operatori e cittadini in attesa comincia a essere molto elevato. E il posto di polizia andrebbe garantito h24, non solo in alcune fasce orarie. Le aziende sanitarie oggi possono intervenire esclusivamente con la vigilanza privata, che però ha forti limiti: è a tutela delle strutture, non delle persone. Intanto non passa giorno in cui in Italia non c’è un’aggressione nei confronti del personale sanitario e pure dei medici di base". Su questo pesano eventuali problemi psichici, ma anche la lunghe attese: "Ma se tutti i pazienti e le persone che si recano al Pronto soccorso dovessero usare violenza perché attendono ore o mezze giornate alla fine diventerebbe una sorta di Far West".