"Amo la nostra città, esprime valori importanti"

Luca Piovaccari dopo 10 anni da sindaco di Cotignola si avvia alla fine del mandato. "Anche nelle difficoltà abbiamo cercato di tenere unita la comunità"

"Amo la nostra città,  esprime valori importanti"

"Amo la nostra città, esprime valori importanti"

Dopo 10 anni alla guida di Cotignola, il sindaco Luca Piovaccari come molti dei suoi colleghi che amministrano i comuni dell’Unione della Bassa Romagna, consegnerà la fascia tricolore al successore designato dalle amministrative attese l’8-9 giugno prossimi.

Sindaco Piovaccari, le ultime elezioni si sono svolte nel 2019. Poi c’è stato il Covid e dopo l’alluvione. Che bilancio può trarre da quest’ultimo complicato mandato?

"Sono stati sicuramente 5 anni molto difficili e faticosi, non solo dal punto di vista amministrativo, ma anche umano. Lo sforzo principale che abbiamo cercato di mettere in campo, al di là delle singole progettualità, ha riguardato l’esigenza di tenere unita la comunità, cercando di supportarla e accompagnarla attraverso le tante emergenze affrontate. L’abbiamo fatto mobilitando tutte le migliori energie che poteva esprimere, dal mondo delle rappresentanze sociali ed economiche al volontariato, dall’associazionismo alla protezione civile. Nessun dipendente del Comune e dell’Unione si è risparmiato in questi anni e credo che alla fine siamo riusciti a preservare la nostra coesione sociale, pur sapendo che nuovo fragilità si sono affacciate nella nostra comunità e che andranno sostenute adeguatamente per evitare che si traducano in profonde disuguaglianze".

Rispetto a quanto scritto nel programma elettorale del 2019 cosa è rimasto incompiuto?

"Sicuramente le tante emergenze di questi anni ci hanno costretti a modificare sensibilmente le nostre priorità. Non siamo però mai venuti meno alle linee guida sulle quali avevamo costruito il nostro programma: promozione della cultura e della formazione, tutela del benessere sociale e cura del patrimonio pubblico. Sono particolarmente soddisfatto dei percorsi di valorizzazione del nostro patrimonio storico e artistico, dei grandi investimenti realizzati o avviati sulle scuole (cantieri legati al PNRR per oltre 5 milioni di euro), dei lavori per la sicurezza stradale (2 nuove rotatorie realizzate) e degli interventi di riqualificazione urbana e di efficientamento energetico del patrimonio pubblico (vedi la completa ristrutturazione degli impianti di pubblica illuminazione con tecnologia led). Certo alcune progettualità che avremmo voluto realizzare sono rimaste nel cassetto, ma credo che saper amministrare significhi avere la capacità di rivedere la propria programmazione alla luce di un contesto economico e sociale che, mai come in questi anni, si è continuamento modificato e questo è quello che abbiamo provato a fare".

Nel tempo come si sono modificate le priorità?

"Quando abbiamo dovuto affrontare il Covid inevitabilmente l’unica priorità è diventata tutelare la salute delle nostre comunità ed evitare morti con tutti gli strumenti di cui potevamo disporre poi, con l’avvento della guerra in Ucraina e con il conseguente aumento dei costi energetici e l’impennata dell’inflazione, ci siamo dovuti concentrare sull’efficientamento della spesa pubblica e con la gestione di cantieri i cui oneri erano fortemente lievitati. Infine, dopo l’alluvione, la priorità è diventata quella di lavorare insieme alla Regione e al Governo sulla sicurezza idrogeologica dei territori. Non che questi temi non fossero presenti nel nostro programma elettorale, ma è del tutto evidente che la drammaticità degli eventi che abbiamo vissuto ha aumentato l’urgenza di intervenire su di essi".

Ha dei rimpianti? Qualcosa che avrebbe desiderato fare e non ha fatto?

"Quando si amministra non credo si possano avere rimpianti, soprattutto se, come nel mio caso, si è cercato di mettere il massimo impegno in quello che si è fatto. Sono convinto di avere fatto anche molti errori, in parte penso fosse inevitabile vista la straordinarietà di quello che ci siamo trovati a gestire, ma ho sempre cercato di lavorare per il bene di Cotignola e alla fine di questa lunga esperienza mi sento in pace con la mia coscienza di amministratore".

Qual è stato il momento più brutto e quale il più bello di questi ultimi 5 anni?

"Per il momento più brutto mi viene subito alla mente il periodo del totale lockdown in cui uscivo di casa a piedi per recarmi in Comune per partecipare alle varie call e non incontravo nessuno, né lungo le strade della città, né in municipio. Una situazione davvero desolante che ha costretto noi amministratori a convivere con tantissime responsabilità in una condizione di profonda solitudine. Per il momento più bello ne scelgo uno che non ho ancora vissuto ma che sarà il 27 aprile quando inaugureremo finalmente la nuova sede museale di Casa Varoli, ampliata e riqualificata. Si è trattato di un cantiere complicato e pieno di problemi, ma che alla fine siamo riusciti a completare e chiudere il mandato con questa inaugurazione credo dia il segno di quello che abbiamo provato a fare in questi anni: dare priorità alla cultura perché rappresenta lo strumento più potente a disposizione delle persone per vivere meglio con se stessi e con gli altri e costruire una comunità migliore".

Cosa lascia in eredità al suo successore?

"Una comunità coesa e partecipe, con la voglia di tantissime persone di spendersi in prima persona soprattutto all’interno delle associazioni di volontariato. Un bilancio comunale in ordine che ci ha permesso di dare avvio a tanti importanti cantieri (nuova scuola elementare di Barbiano e nuovo asilo di Cotignola), che andranno seguiti e completati, con fatica ma anche con oggettiva soddisfazione, da chi uscirà dalle prossime elezioni".

Che messaggio si sente di rivolgere ai cittadini e alle cittadine che ha governato?

"Mi sento prima di tutto di ringraziarli per avermi dato l’opportunità di vivere quest’esperienza. Come dico sempre, fare il sindaco è il "mestiere" più complicato del mondo ma anche il più bello del mondo e aver potuto percorrere questo viaggio insieme alla comunità che amo è stato un grande privilegio. In ultimo credo che debbano sentirsi orgogliosi di vivere in una città capace ancora di esprimere valori come la solidarietà, la cooperazione, l’accoglienza, valori che ci hanno consentito di superare insieme questi anni così complessi. Si tratta di un patrimonio umano che va continuamente curato e protetto perché rappresenta la vera ricchezza attorno alla quale costruire qualsiasi politica futura".

Monia Savioli