Anziani nelle strutture: "Liste d’attesa indefinite e intanto paghi da privato. Ci si sente abbandonati"

La storia di una famiglia ravennate: "Non c’è posto neanche a 3.000 al mese" Gardelli (Asp): "Siamo in una fase di sofferenza delle strutture convenzionate. Entro la fine dell’anno verrà ridefinito il numero di letti a disposizione"

Un infermiere si cura di un anziano (repertorio)

Un infermiere si cura di un anziano (repertorio)

Ravenna, 12 aprile 2024 – “Gli anziani sono abbandonati. Li abbiamo dimenticati". Maria Luisa Lanconelli dice che il caso di sua madre, 87 anni e non autosufficiente, è "fotocopia di centinaia di altri". Il tema è la difficoltà nel trovare posto all’interno delle strutture convenzionate.

La situazione familiare di Lanconelli si complica qualche mese fa, quando l’anziana si rompe un femore. "Prima era semiautonoma, aveva la badante da tre anni – dice Lanconelli –. In realtà autosufficiente non lo è da quasi cinque anni: i primi due mi sono occupata io di lei, poi abbiamo preso una badante. E non è stato un percorso facile: 2.000 euro tutti i mesi e comunque una persona non può coprire l’intera giornata, quindi io comunque dovevo essere sempre presente. Per non parlare del fatto che le badanti spesso non sono formate, quindi ho dovuto istruirla su come assistere mia madre".

Tutto fino alla rottura del femore. "È come se a un certo punto si arrivasse a uno ’spartiacque’, è così per tanti – prosegue Lanconelli – e quello fa crollare tutto. Nel caso di mia madre è stato il femore, altri crollano per altri motivi e andare in struttura diventa praticamente indispensabile. Dopo il ricovero è stata messa in una rsa a pagamento, è una sorta di prolungamento della convalescenza e quindi paghiamo una cifra più bassa, 54 euro al giorno, circa 1.600 euro al mese. Ora ci hanno dato un preavviso di un mese, dopo il quale lei dovrà tassativamente uscire. E lì si entra nelle graduatorie per un posto letto in una struttura convenzionata a 1.500/1.600 euro al mese". Ovviamente le famiglie non sanno quando ci sarà posto per il loro caro: "C’è chi ha atteso 4 o 5 mesi, chi è arrivato anche a un anno – continua Lanconelli –, ho sentito tante storie. Nel frattempo l’unica alternativa sono i posti da privati nelle rsa. Ho chiamato tante strutture a Ravenna, mi hanno chiesto 3.100 euro ma mi hanno detto che non c’è posto. Anche questo è assurdo: con cifre così alte non c’è modo di entrare? Ora proveremo a cercare in Bassa Romagna, o dovremo trovare un’altra badante e sarà sempre più complesso. Tanti sono in questa situazione, ho parlato con altri in ospedale che mi hanno raccontato storie simili piangendo".

La difficoltà nel trovare posto nelle rsa non è una novità, purtroppo. Se ne parla da anni. "Dopo la pandemia siamo tornati a una fase di sofferenza, c’è un’esigenza di aumentare i posti convenzionati – spiega Fabiola Gardelli, presidente di Asp Ravenna Cervia e Russi – e questo è un anno campale, perché entro fine 2024 verranno rinnovati gli accreditamenti nel comitato di distretto con Ausl e sindaci del territorio, ridefinendo quanti letti attribuire al pubblico e quanti al privato. Comunque le persone non sono abbandonate neanche nell’attesa di entrare nella rsa: l’Ausl dà un aiuto con l’assistenza domiciliare. Ci possono essere strutture e servizi alternativi rispetto alla rsa, a cifre più basse di 3.000 euro al mese". Il primo passo per entrare in graduatoria è la valutazione della commissione dell’Ausl assieme all’assistente sociale che tiene conto non solo delle condizioni cliniche del paziente, ma anche di parametri non sanitari come la rete di parenti e amici. "In ogni caso servizi sociali e Ausl non hanno mai abbandonato nessuno – prosegue Gardelli – e se l’Isee è basso è prevista un’integrazione da parte del Comune per pagare la retta. Gli assistenti sociali possono dare una mano a orientarsi".