Auto-riciclaggio: ex broker rinviato a giudizio

Il lughese Lorenzo Tozzi di nuovo a processo, dopo la condanna a cinque anni e quattro mesi per truffa e appropriazione indebita aggravate

Auto-riciclaggio: ex broker rinviato a giudizio

Auto-riciclaggio: ex broker rinviato a giudizio

Un procedimento speculare, ma per auto-riciclaggio, a quello che a metà dicembre 2021 era costato la condanna a cinque anni e quattro mesi di reclusione all’ex broker assicurativo lughese Lorenzo Tozzi per truffa e appropriazione indebita aggravate. Per questo motivo ieri mattina Tozzi è stato rinviato a giudizio dal gup Corrado Schiaretti su richiesta del pm Silvia Ziniti titolare del fascicolo. La difesa (avvocato Enrico Ferri e Lorenzo Valgimigli) aveva chiesto il non luogo a procedere. Processo al via a metà febbraio 2024. Quale parte civile troveremo la celeberrima e affascinante attrice Rosalba Neri di origine forlivese ma che ora vive a Roma, molto attiva soprattutto negli anni ’60 e ’70 (avvocato Marco Macchia di Roma).

Secondo quanto contestato dalla procura nel fascicolo principale (per il quale si è in attesa di appello), la cifra legata alle contestate truffe e appropriazioni, ammonta parecchie decine di migliaia di euro per un totale di otto procedimenti riuniti in un medesimo processo. All’imputato veniva in buona sostanza ricondotto, sulla base delle denunce e degli accertamenti della guardia di Finanza, l’essersi trattenuto i versamenti di clienti destinati ad agenzie con le quali aveva lavorato. Le contestazioni sollevate dalla procura, erano state collocate tra il dicembre 2016 e il giugno 2019. Per quanto riguarda l’attrice forlivese, secondo la procura lei aveva elargito 80 mila euro di versamenti aggiuntivi di premi assicurativi tra ottobre 2017 e gennaio 2018 mai versati in agenzia. Per quanto riguarda l’imputato, a suo tempo in aula aveva negato tutte le contestazioni spiegando che le lamentate appropriazioni indebite sarebbero state indotte da una improvvisa difficoltà non dipendente dalla sua volontà. E aveva sostenuto di avere sempre versato le somme sui premi assicurativi anche se un po’ alla volta nel contesto di una sorta di elasticità di cassa. All’improvviso però una delle società con le quali operava, aveva chiuso i rubinetti a suo dire facendo così venire meno i clienti: ciò avrebbe comportato la difficoltà a saldare per crisi di liquidità. In ogni modo – aveva proseguito – quando il cliente pagava, veniva corredato di documento grazie al quale risultava coperto. In ogni modo, secondo l’accusa parte di quei soldi sarebbe invece stati distribuiti tra società ricollegabili all’imputato: da qui la contestazione di auto-riciclaggio, reato introdotto a fine 2014 e che punisce chi trasferisce in attività imprenditoriali, i beni o le altre utilità provenienti da reati non colposi.