L'avanzata del degrado

Andrea Degidi

Andrea Degidi

Ravenna, 7 settembre 2014 - Sbandati, balordi, micro-criminali sono sempre stati un problema di questa terra, li abbiamo visti conquistare a più riprese l’Acquasirius e l’Hotel Trieste, un boccone di terra alla volta, come in una sorta di Risiko clandestino. Ma mai erano avanzati così tanto fino ad arrivare al cuore della città.

È di una gravità inaudita che bivacchino in un palazzone abbandonato in via Diaz, a due passi da tutto, è angosciante constatare il clima di insicurezza palpabile nella zona stazione. Qualcuno può forse negare o sottovalutare la pesantezza della situazione dell’ordine pubblico la scorsa settimana? Le forze dell’ordine hanno fatto come sempre il loro dovere, anche perché abbiamo la fortuna di avere un prefetto che prima è stato questore di questa città, quindi sa come e dove intervenire. Ma non si può pensare di militarizzare per sempre quell’angolo di Ravenna, non sarebbe nè possibile nè giusto vivere in questa maniera. Va trovata una soluzione radicale, ma attenzione, non è questo compito di carabinieri, finanza, polizia o prefetto. La deve trovare l’amministrazione comunale: gestisce l’equilibrio della città e ora è chiamata a far fronte alle proprie responsabilità davanti a chi qui ci abita e vuol vivere serenamente.

A sindaco e assessori va rivolta una domanda molto semplice: com’è stato possibile che la situazione arrivasse a questo punto? Mentre si multavano in maniera chirurgica (e autolesionistica) pericolosissimi studentelli tedeschi colpevoli dell’imperdonabile reato di suonare un violino senza permesso, non si notava il lievitare di un cocktail nocivo di presenze equivoche, tutte concentrate nella stessa area, pericolosamente a ridosso del centro storico.

Chiaramente molto è stato sbagliato nella zona della stazione, ai Giardini Speyer, e questo molto tempo fa senza aver poi la forza di rimediare immediatamante. Si è lasciato che aprissero negozietti equivoci, si è permesso di creare un mix esplosivo di vicini scomodi, e il risultato è una mina capace di degenerare in spaccio e risse. Il tutto vicino a scuole, a case, negozi normali, e alla stazione...la porta d’ingresso della città, anzi, di una città turistica. Basta farci una passeggiata, se si ha il coraggio, in quella zona: in certe ore la percezione d’insicurezza è palpabile. 

Ora è impensabile e tra l’altro fuori luogo delegare tutto alle forze dell’ordine. Passeggiate anti-degrado, pattugliamenti e blitz non bastano più. In quella zona bisogna rimetterci le mani, in profondità, sgomberare e riqualificare. E il Comune deve prendere in mano la situazione.