ILARIA BEDESCHI
Cronaca

Cervia, bagnino per 50 anni. "Amo il lavoro ed il mare"

Renato Magnani, 72 anni, festeggia mezzo secolo di attività del Bagno Renato

Renato Magnani nel suo stabilimento

Cervia (Ravenna), 29 luglio 2018 - Un compleanno speciale per il Bagno Renato di Cervia che ha festeggiato, alla presenza dell’assessore Gianni Grandu, i 50 anni di attività. Era il 1968 quando Renato Magnani, oggi 72 anni portati benissimo, decise di iniziare questa avventura e, il tempo, lo ha consacrato come uno degli stabilimenti storici cervesi. In mezzo secolo sono cambiate molte cose, ma Renato ha ancora la passione dell’inizio.

Magnani, lei è di Gambettola. Come è arrivato al Bagno Renato?

"Per caso e all’improvviso: un conoscente mi disse che lo stavano vendendo. Ricordo che quando sono arrivato c’erano solo tre sdrai e due tavoli in legno e abbiamo iniziato così. Ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo iniziato ad abbellirlo e dopo due anni lo abbiamo fatto nuovo, ai primi anni ’70"

Negli anni ’60 e ’70 com’era il turismo?

"Erano molte le famiglie che affittavano gli appartamenti per un mese. Poi c’era qualche pendolare, ma erano molto rari. Ho visto bambini nascere che adesso sono clienti con i loro figli».

E cosa volevano trovare i clienti negli stabilimenti balneari in quegli anni?

"Non erano esigenti come ora. Per loro era importante avere sdraio e un ombrellone. E, come oggi, volevano molta pulizia. Oggi gli stabilimenti balneari sono diversi: grandi, attrezzati. Gli ospiti non richiedono più solo il lettino e l’ombrellone. Serve animazione, ristorazione, baby sitting. Chi arriva in spiaggia vuole poter fare tutto lì, senza dover uscire".

Come è cambiato il turismo?

"Nel tempo io vedo tre cambiamenti radicali. Il passaggio dalle famiglie ai pendolari; la richiesta di molti più servizi e infine l’incertezza di arrivi e presenze. È tutta un’altra cosa insomma il turismo di oggi. È più incerto e più dinamico".

Con chi ha iniziato a gestire il Bagno Renato?

"Prima con i miei zii, poi venti anni fa è arrivata mia moglie. Oggi c’è anche mia figlia".

Un gelato quanto costava?

"Circa 10 lire".

I bambini mangiano ancora il gelato in spiaggia?

"Certo, è una tradizione che non tramonta mai".

Ora non si vedono più molti pedalò in giro per le spiagge. È un peccato.

"Negli anni ’70 andavano molto, io ne avevo quattro. Oggi, semplicemente, non funzionano più".

Ha mai pensato di abbandonare?

"Certo. Soprattutto a causa delle burrasche, quando buttano giù tutto, lettini e ombrelloni. Ma alla fine non ho mai mollato l’attività".

Ricorda l’anno delle mucillaggini?

"Molto bene! C’erano dei turisti tedeschi e degli svizzeri che erano arrabbiati perché non riuscirono a fare il bagno per tantissimi giorni".

È preoccupato per la Bolkenstein?

"Io sono fiducioso. Spero che il governo metta a posto la situazione, altrimenti qui non investe nessuno".

Come sta andando la stagione?

"Non c’è male, noi siamo soddisfatti".

Cosa farà adesso Renato?

"Inizio un po’ a sentire la stanchezza, ma andremo ancora avanti. Abbiamo in progetto di vendere lo stabilimento, ma solo a persone che sapranno continuare la tradizione".

E quel che si dice sui bagnini romagnoli e suelle donne?

"Le donne italiane sono sempre state le migliori. Anche delle tedesche!"