Biblioteca e museo Zauli riaperti. Ma la chiesa del cimitero è disastrata

Gli effetti delle disastrose inondazioni di un anno fa su edifici di pregio e sede di istituzioni culturali.

Biblioteca e museo Zauli riaperti. Ma la chiesa del cimitero è disastrata

Biblioteca e museo Zauli riaperti. Ma la chiesa del cimitero è disastrata

Le disastrose inondazioni di un anno fa non hanno risparmiato antichi edifici e strutture di pregio architettonico o sedi di istituzioni culturali come la biblioteca comunale o il museo Carlo Zauli. La Biblioteca, che ha avuto dodicimila volumi finiti nel fango, ha potuto riaprire i battenti in estate (ma sono necessari ancora molti lavori), il museo Carlo Zauli è stato rimesso in piedi grazie all’intervento di numerosissimi volontari ed ha potuto riaprire qualche mese fa. Ma ci sono altri siti su cui i riflettori si sono spenti presto e per questo la sezione faentina di Italia Nostra ha incontrato l’ispettore di zona della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. "Il nostro obiettivo è stato quello di capire se e come si intenda procedere per la messa in sicurezza di questi siti. La Soprintendenza ha detto di aver fatto sopralluoghi poco dopo i disastrosi eventi, ma di non avere notizie aggiornate" ha riferito la presidente di Italia Nostra, Marcella Vitali. Uno dei siti di maggiore pregio artistico e culturale invasi dalle acque e dal fango del Lamone è la chiesa del cimitero (proprietà comunale), dedicata a San Girolamo, risalente al XV secolo, ristrutturata da Pietro Tomba a metà dell’Ottocento e custode di importanti opere pittoriche e di un pregevolissimo coro in legno di noce rimasto per giorni sommerso. L’interno della chiesa si presenta ancora disastrato e con evidenti tracce di argilla indurita.

Un altro sito che ha subito danni, senz’altro dal punto di vista strutturale, è il complesso gotico-rinascimentale delle cosiddette ‘Case Manfredi’ dove – spiega Vitali – "è crollata una volta delle cantine nelle adiacenze della biblioteca e in corrispondenza degli affreschi del Giani ai piani superiori. Oltretutto ho fatto presente alla Soprintendenza che nascosti da controsoffittature posticce ci sono affreschi inediti che ritengo appartenere al pittore faentino cinquecentesco Marco Marchetti, lo stesso che ha dipinto il voltone della Molinella: tutto il caseggiato è abbandonato da decenni e il rischio di crolli ulteriori non è da escludere". Come si sa, il caseggiato, già di proprietà comunale, è stato acquistato anni fa da una società immobiliare di Rimini. Anche la cripta medioevale della chiesa di Sant’Ippolito (di proprietà del clero e chiusa da anni) è stata invasa dall’acqua e dal fango. "Non sappiamo se ci siano stati danni e come sia la situazione attuale" informa Vitali che aggiunge: "Come non abbiamo più notizie degli eventuali danni causati dall’inondazione nella chiesa di San Francesco che custodisce pregevoli confessionari in legno". Peraltro San Francesco, di proprietà della Fec, la Fondazione degli edifici di culto che fa capo al ministero dell’Interno, è al centro di una raccolta di firme finalizzata a bloccare la partenza dei frati e quindi la chiusura dell’edificio.

Carlo Raggi