Botulino nella valle del Po a Ravenna, salvati migliaia di volatili a rischio

Intervento urgente nella zona protetta a causa della mancanza di acqua: il piano di emergenza evita la strage di animali che si era già verificata nel 2019. Pochi i decessi

Centro raccolta avifauna selvatica, Giada e Cinzia con due anatre recuperate

Centro raccolta avifauna selvatica, Giada e Cinzia con due anatre recuperate

Ravenna, 11 agosto 2022 - Questa volta non ci sarà la triste processione dei barchini colmi di uccelli acquatici morti, uccisi dal botulino. La terribile tossina che si sviluppa nelle acque vallive quando l’ossigeno è scarsissimo, è stata battuta sul tempo. Nonostante una siccità che non dà tregua, l’uomo ha salvato gli animali per i quali tutela 250 ettari di zona valliva protetta. Qui si trovano mestoloni, anatre, folaghe, cavalieri d’Italia, cigni e fenicotteri rosa (per quanto queste due ultime specie siano belle da vedere ma dannose per l’habitat).

Con l’arrivo di settembre le migrazioni porteranno qui, lungo la statale Romea, vicino a Ravenna, migliaia di uccelli. Ecco perché la valle andava tutelata e le decisioni prese in fretta per predisporre un habitat adatto ai nuovi arrivi. Il primo campanello d’allarme è scattato martedì, quando le guardie pinetali e gli incaricati dei controlli quotidiani, hanno intravisto i primi uccelli in difficoltà: non riuscivano a tenere dritta la testa, faticavano a muovere le zampe. Tipici sintomi da botulismo come quello che nel 2019 fece strage di 3mila acquatici, 70 lo scorso anno. Per ora 3 morti quest’anno, più 5 in cura.

Immediata la reazione del Comune e del Parco del Delta. Barche in acqua (i barchini, battelli tipici della valle che riescono a navigare anche con 15 centimetri di fondale), l’ordine di mettere in secca l’area dalle 18 di martedì attraverso il sifone del Rivalone. La valle è anche questo: un linguaggio e comportamenti legati alla tipicità del luogo, una volta utilizzato per la raccolta della canna. Il sifone del Rivalone è una conduttura che consente all’acqua di valle di essere espulsa e finire nel canale omonimo.

"La situazione nella Valle Mandriole – dichiara il sindaco Michele de Pascale - è costantemente monitorata dal Parco del Delta del Po e dall’Ufficio zone naturali del Comune. Una situazione legata alla siccità e alle condizioni meteo degli ultimi mesi. Le operazioni di svuotamento dell’acqua si sono rese necessarie in via preventiva per evitare il diffondersi del botulino che ha colpito pochissimi anatidi". Com’è riuscita l’operazione di battere sul tempo il botulino? Il monitoraggio della valle ha consentito di individuare sul nascere il fenomeno e di far scattare l’allarme. Ma dal 2019 a oggi sono stati effettuati due interventi, che consentono ora di arrivare a un livello d’acqua di 40 cm. E’ chiaro che in periodi di siccità, come quello attuale, ci vorrebbe un’immissione costante per alzare ulteriormente l’asticella. Finora Ravenna Servizi Industriali (Rsi) ha ripristinato la chiavica della Canaletta ex Anic per rifornire la Valle Mandriole dal Reno, ma il fiume sta scendendo a livelli molto critici. Più recentemente Romagna Acque ha ripristinato il sifone che attinge dal Lamone, fiume che invece sembra essere ancora in buona salute. Servirebbe una condotta autonoma in grado di cambiare l’acqua della valle ogni sei mesi. Un progetto esiste già e verrà ricandidato dal Parco del Delta, a breve, ai fondi Ue del progetto Life: 350mila euro per salvare un patrimonio nat urale inestimabile.