
Caccia, doppiette in silenzio in anticipo
Nuove date per la chiusura della caccia in Emilia-Romagna. Sono state stabilite dalla Regione dopo che nè il Tar nè il Consiglio di Stato, in seguito ad altrettanti esposti delle associazioni animaliste, si sono pronunciati definitivamente sulle obiezioni presentate rispetto al calendario venatorio.
La Regione, dopo aver già in parte recepito un’ordinanza riducendo a una le giornate aggiuntive per la caccia da appostamento alla migratoria, ha così anticipato la chiusura della caccia agli acquatici, alla beccaccia e ai tordi.
In Emilia-Romagna, secondo quanto previsto inizialmente dal calendario venatorio 20222023, la caccia agli acquatici doveva chiudersi il 30 gennaio, così come la caccia alla cesena, mentre beccacce e tordi sarebbero stati prelevabili fino al 19 gennaio.
Queste, invece, le nuove date di chiusura stabilite dalla Regione: la caccia alla beccaccia è chiusa dal 31 dicembre, cesena, tordo bottaccio e tordo sassello chiusura il 9 gennaio; canapiglia, codone, fischione, germano reale, marzaiola, mestolone, folaga, gallinella d’acqua, porciglione, beccaccino e frullino chiusura il 19 gennaio.
Contro la decisione della Giunta regionale è scesa in campo la Federcaccia. Il vice presidente regionale dell’associazione venatoria, Claudio Miccoli, parla di "pugnalata alle spalle dei cacciatori" da parte della Regione che non ha difeso "il proprio atto amministrativo relativo al calendario venatorio, riducendo i periodi di caccia ad alcune specie e facendo di fatto chiudere la caccia al 19 gennaio 2023 anziché al programmato 31 gennaio".
Per Miccoli si tratta "di una violazione, in corso d’opera, di un contratto sottoscritto con l’intera categoria dei cacciatori che hanno pagato tasse regionali e locali in modo anticipato entro l’agosto 2022, senza contare chi ha pagato affitto di terreni e lavorato duramente per mantenere ambienti che creano biodiversità che va in vantaggio di tutto l’ambiente".
Difficile ricomporre a breve la vicenda. "Questo è un punto di rottura che molto difficilmente verrà sanato, visto che le vicine regioni Veneto e Toscana hanno invece proceduto per altra strada e là si rispetterà il calendario venatorio approvato la scorsa primavera, una grande differenza di serietà".
lo. tazz.