Cade su radice di pino: dirigente condannato

Donna a passeggio su viale Matteotti, il giudice conferma tutto. Per la difesa impossibile controllare in tempo reale 6.100 pini

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Appena uscita dalla parrucchiera. Qualche passo ancora sul centralissimo viale Matteotti a Milano Marittima per dare un’occhiata alle vetrine. Almeno fino a quella mattonella sollevata di una trentina di centimetri dal resto del marciapiedi a causa delle impetuose radici dei pini. Una caduta disastrosa quella che la mattina del 10 ottobre 2015 era costata la rottura dei tendini della spalla destra a una signora di Forlì oggi 73enne.

Il giudice Andrea Chibelli del tribunale di Ravenna le ha ora dato ragione anche in appello confermando quanto già il giudice di pace aveva deciso in primo grado. Ovvero per lei - parte civile con l’avvocato Massimiliano Starni - provvisionale da 5.000 euro. E per l’imputato - l’ingegnere Roberto Buonafede, al tempo dirigente comunale del settore lavori pubblici - la condanna a 600 euro di multa per lesioni colpose e a risarcire in separata sede il danno in solido con il Comune di Cervia (avvocato Andrea Girardi) citato in qualità di responsabile civile.

In attesa del deposito delle motivazioni, possiamo rifarci a quanto sostenuto dal giudice di primo grado e a quanto poi rappresentato dalle difese nel ricorso. Per la prima sentenza, le lesioni rimediate dalla donna, sono "conseguenza diretta dell’inciampo dovuto alla mattonella rialzata". E quanto contestato al dirigente comunale è "la condotta omissiva" legata alla "posizione di garanzia che questi viene ad assumere" per l’incarico ricoperto nel "settore lavori pubblici, grandi opere e manutenzione". Aveva cioè "obbligo e dovere" di "sorvegliare e monitorare lo stato dei marciapiedi all’interno del Comune". Tanto più che "dall’istruttoria è emerso" che il 28 luglio di quell’anno era stato "segnalato tramite il sistema Rilfedeur un pericoloso degrado della pavimentazione di viale Matteotti lato monte" con "molte persone che in quel tratto inciampavano e cadevano facendosi male". Anzi, un bar che si trova proprio lì, secondo testimonianze era diventato "un punto di pronto soccorso per le medicazioni".

Nel report di Rilfedeur sempre di quella data, era stato scritto: "Si fa presente che la gente, soprattutto anziani e bambini, inciampa e si fa anche molto male. Nonostante le sollecitazioni, non è ancora stato fatto nulla". E pure la commessa di un vicino negozio di abbigliamento aveva confermato che, prima della 73enne, "anche altre persone erano cadute nello stesso punto". Un’autentica insidia, tanto più che "chi passeggia su una via centrale piena di negozi e altre persone, non sempre riesce ad avere una visione completa del marciapiedi".

Secondo invece il ricorso a firma dell’avvocato Luca Roda, non c’era stata nessuna negligenza o colpevole omessa vigilanza da parte dell’imputato. Inoltre la dinamica dell’accaduto non era stata dimostrata oltre ogni ragionevole dubbio. E comunque a Cervia nella sola fascia costiera ci sono 6.100 pini e quasi 40 chilometri di strade alberate: come dire che era impossibile rilevare in tempo reale le sconnessioni provocate dalle impetuose radici.

Andrea Colombari