"Ci siamo aiutati da soli. Resta moltissimo da fare"

Sondaggio di Confindustria. Il presidente Bozzi: "Tempistiche troppo lunghe"

"Ci siamo aiutati da soli. Resta moltissimo da fare"

"Ci siamo aiutati da soli. Resta moltissimo da fare"

L’86% delle aziende ha ripreso del tutto la propria attività, il 5% si attesta al 70%, un altro 5% è ripartito per metà, mentre il 3% è riuscito a riprendersi solo per un 20%. Quasi la metà non ha ricevuto alcun ristoro dallo Stato e chi li ha percepiti (da uno o più soggetti) è riuscito a coprire in media il 36% del danno subìto. Per quanto riguarda gli assetti occupazionali, l’81% ha risposto che non prevede di attivare nei prossimi tre mesi la cassa integrazione. A un anno dall’alluvione che nel 2023 si è abbattuta sulla Romagna, il Centro Studi di Confindustria ha rilevato gli aggiornamenti nelle aziende associate danneggiate, per fare il punto su quanto è stato fatto e su quanto resta ancora da fare per riparare le ferite del tessuto produttivo locale. "I dati mostrano – spiega il presidente di Confindustria Romagna Roberto Bozzi – che le imprese hanno continuato per lo più ad aiutarsi da sole in questi dodici mesi, apportando miglioramenti sia a livello strutturale che organizzativo, per continuare a lavorare in sicurezza. Naturalmente lo spirito è ammirevole, ma da solo non può bastare: qualcosa è stato fatto, ma moltissimo ancora resta da fare, soprattutto intervenendo su tempistiche e lungaggini burocratiche".

Confindustria Romagna ha chiesto se e quali azioni siano state intraprese per la messa in sicurezza degli impianti e della struttura aziendale: un terzo ha risposto ha affermativamente, e gli interventi riguardano per lo più la ristrutturazione degli stabilimenti, il riposizionamento dei macchinari e server ai piani superiori, il trasferimento in altre sedi e l’adeguamento delle polizze assicurative. C’è anche chi ha predisposto fossati per la raccolta dell’acqua piovana, o adeguato le fogne e il manto stradale, chi ha effettuato dei cambiamenti di tipo organizzativo, come la trasformazione dell’unità di crisi in una struttura organizzata permanente, o l’implementazione di organi interni per la valutazione dei rischi. È stato poi chiesto se, in seguito all’alluvione, le aziende abbiano modificato i propri assetti assicurativi: il 58% ha risposto che l’attività era già coperta, il 35% ha comunque deciso di non modificare i propri contratti, e solo l’8% ha adeguato le coperture assicurative. E, a proposito di ristori, quasi la metà delle imprese colpite (42,5%) non ha ricevuto alcun tipo di ristoro; chi li ha percepiti (da uno o più soggetti) è riuscito a coprire in media il 36% del danno subìto. In questo secondo caso, il 35% dei rispondenti è stato rimborsato tramite i bandi dei due enti camerali con una percentuale sul danno pari al 10,8%, il 5% è stato rimborsato dalle assicurazioni con una percentuale sul danno pari all’89,5% e il 15% dal Governo, per lo più tramite Simest, con una percentuale sul danno pari al 55,3% (ammessa pluralità di risposte).

Giorgio Costa