ANDREA COLOMBARI
Cronaca

Cristian Battaglia ucciso a coltellate, la scintilla del delitto: "Un insulto e poi quella bottigliata"

Tutto è iniziato verso le 19 di mercoledì sera in piazza Baracca. L’epilogo verso le 22.30 in un appartamento di via Cura

La vittima del delitto di Ravenna, Cristian Battaglia (47 anni)

La vittima del delitto di Ravenna, Cristian Battaglia (47 anni)

Ravenna, 22 settembre 2023 – Tutto da un banale litigio per un epiteto ("frocio") pronunciato forse più con la voglia di stuzzicare più che di stigmatizzare. Secondo varie testimonianze, è stata quella la parola che ha fatto da sfondo al delitto del 47enne Cristian Battaglia.

"Eravamo alla finestra, abitiamo al primo piano di quella palazzina lì, la vede?", hanno ricordato due residenti che abitano in piazza Baracca. "E da lì, si sentivano benissimo gli urli: erano le 19.10 e tutto è iniziato davanti a uno dei due negozi etnici". Secondo le due, "quando ci siamo affacciate, stavano facendo praticamente a botte: c’era chi si fronteggiava e chi cercava di dividere". In totale il gruppo era formato da "5 o 6 persone", gente che "sempre siede davanti a una delle vetrine con le birre in mano: e tra il caldo e il bere, magari la scintilla è scattata da una minima parola...".

Eccola appunto: "il magrebino" - dovrebbe trattarsi del 53enne co-inquilino del 62enne arrestato dalla polizia - a un certo punto "ha detto ’frocio’" al 47enne forse in risposta al fatto che a sua volta questi in passato lo avrebbe canzonato per la co-abitazione con il 62enne. "E inizialmente c’erano loro due a discutere. Il magrolino", che dovrebbe essere il 62enne", poco dopo "si è messo in mezzo". Può essere che da un’iniziale azione di frapposizione, si sia schierato a favore del 53enne. Di fatto a quel punto il 47enne ha attraversato la strada "ed è andato d’altra parte a inveire" mentre "il magrebino in bici se ne è andato via. Il magrolino che aveva provato a separarli, aveva appoggiato una bottiglia per terra e anche lui stava tornando a casa: Cristian l’ha presa e lo ha colpito nella coppa e poi gliela ha scassata nei piedi".

Mario Antonio Iadicicco (a sinstra) il coltello usato per l'omicidio e la vittima Cristian Battaglia (in basso a destra). Foto Zani
Mario Antonio Iadicicco (a sinstra) il coltello usato per l'omicidio e la vittima Cristian Battaglia (in basso a destra). Foto Zani

Poco dopo "sono arrivate le forze ordine: ma in piazza c’era ormai solo Cristian. Ci ha preoccupato il fatto che dopo l’accaduto, abbia continuato a dire frasi del tipo: ’ti vengo a prendere magrebino di (...). Domani lo trovo e lo appendo come un capretto alla tenda che quando vengono gli sbirri lo trovano così’". E ancora: "’mi dai del frocio a me? Cerca di non farti vedere perché ti taglio le gambe, ti infilo un piede nel (...). E anche quell’altro che l’ha difeso, quando torno dal lavoro lo sistemo’. Aveva proprio perso il lume della ragione" anche se "possiamo dire che era un tipo molto educato però molto incazzoso: faceva presto ad arrabbiarsi".

In generale le due hanno ravvisato una certa criticità in alcune persone che frequentano la piazza soprattutto dal tardo pomeriggio/sera: "Lasciano le bottiglie e la sporcizia per terra. C’è chi si siede sulla ciclabile tutta la notte". E poi rumore di chiacchiere ad alta voce, talvolta discussioni, musica da radioline e dai cellulari: "Il problema è che non si può dare da bere".

Una situazione confermata anche da un altro residente della piazza: "La prima telefonata alle 19.10 alle forze dell’ordine l’ho fatta io". E poi "ho fermato una pattuglia della guardia di finanza che passava di lì per caso". Quando hanno cominciato a discutere, "ero fuori e ho sentito quelle voci forti e mi sono detto: ’alè che stavolta succede qualcosa’". In totale "erano in quattro": si tratta di "personaggi che gravitano in quella zona". Secondo il residente, al di là dell’episodio, nell’area esiste un "sistema di spaccio organizzato" contiguo ad altre problematiche ma - almeno a suo parere - "nessuno sta intervenendo come si dovrebbe".

In merito all’episodio sfociato nell’accoltellamento, "mi pare una sorta di regolamento di conti: è successo da un’altra parte ma poteva succedere ovunque: non bisogna sminuire il posto ma purtroppo non vengono fatte operazioni per alleggerire la presenza di alcuni personaggi". E poi bisogna tenere conto che "siamo all’ingresso del centro storico". Nonostante ciò, specie "dopo le 22 la zona si trasforma con l’arrivo di minorenni e adulti di varie etnie ed estrazioni sociali". Uguale a "problemi". Ieri "sono stato dal vicesindaco Eugenio Fusignani", che ha delega alla Sicurezza, "per parlare nuovamente di tutto questo e per sottolineare l’assenza di controlli".