Faenza, distrutto il Cubo alato di Carlo Zauli / FOTO

L'ipotesi più probabile è quella di un atto vandalico. Il sindaco di Faenza, Malpezzi: "Intollerabile"

Il sopralluogo della Polizia Municipale

Il sopralluogo della Polizia Municipale

Faenza, 24 ottobre 2016 - Cedimento strutturale o atto vandalico? E' quello che si stanno chiedendo i faentini dopo la scoperta del danneggiamento al Cubo alato, l'opera di Carlo Zauli ospitata nella rotonda del piazzale della stazione ferroviaria di Faenza.

Questa mattina sono state decine le chiamate al centralino di polizia municipale per segnalare la cosa. Sul posto è arrivata una pattuglia della pm per un sopralluogo. Ora dal comando di via degli Insorti verranno visionate le immagini delle telecamere della videosorveglianza per capire se si sia trattato di un atto vandalico o se il pezzo del cubo alato si è staccato da solo. 

Realizzata nel 1977 e collocata nel piazzale Cesare Battisti di Faenza oltre dieci anni dopo, è l'opera forse più 'pubblica' di Zauli, se non altro per la sua posizione e per la sua carica di significati simbolici. Nel suo astrattismo celebra gli Eserciti che contribuirono alla liberazione di Faenza nel 1944. La superficie è del celebre bianco-grigio (il "bianco Zauli") enfatizzato da pieghe, piccoli crateri e cavita. Carlo Zauli (1926-2002) è fra i ceramisti faentini del '900 quello che forse più di ogni altro si e dedicato alla scultura pura, prediligendo sempre l'uso del materiale ceramico, in particolare il gres, nobilitandolo con forme monumentali, sempre più svincolate dalla dimensione e dal ruolo oggettuale. 

Il danneggiamento del Cubo alato ha fatto scattare molte reazioni in città. Decine di messaggi sono stati 'postati' sui social di Faenza. Due voci autorevoli si aggiungono a queste, quella di Matteo Zauli, figlio del ceramista che nel 1977 realizzò l'opera e ora direttore del Museo intitolato a Carlo, e il sindaco Giovanni Malpezzi.

"Dopo aver appreso del crollo di una rilevante porzione della scultura ”Fraternità tra i popoli" collocata davanti alla Stazione Ferroviaria della nostra città -scrive Matteo Zauli- ci siamo recati sul posto e, documentato lo stato dell'opera, abbiamo immediatamente iniziato ad analizzarne i frammenti per poter comprendere ciò che è avvenuto e, soprattutto, come poter intervenire per una possibile ricostruzione. Per quanto avessimo recentemente constatato che il cubo avesse subito danni sia dovuti al tempo che agli agenti atmosferici che infine ad atti vandalici di diversa natura, ad una prima analisi ci sentiamo di escludere che tale crollo sia dipeso da cause strutturali. Propendiamo quindi per l'ipotesi che una forza e un peso abbiano determinato la rottura delle barre di ferro che tenevano unita internamente la struttura. Naturalmente ci riserviamo di effettuare un'analisi più approfondita della situazione per valutare definitivamente l'accaduto, sperando che qualche testimone o qualcuna delle telecamere che sorvegliano la zona possa nei prossimi giorni fornire qualche prova dei fatti. Il cubo alato, un lavoro del 1977, posto davanti alla stazione dall’inizio degli anni 90, era l'opera più amata da Carlo Zauli, ed è stato per noi veramente toccante leggere e ascoltare tutto il rammarico e le tantissime reazioni emotive che l'accaduto ha suscitato nei faentini.  Di questo siamo infinitamente grati alla nostra comunità e a tutti quanti hanno espresso le proprie impressioni. Dal canto nostro faremo tutto ciò che potremo per assistere l'Amministrazione Comunale nel recupero dell’opera".

Il sindaco Malpezzi invece ha scritto: "E' intollerabile lo sfregio all'opera "Fraternità fra i popoli" di Carlo Zauli situata nella rotatoria di piazza Battisti di fronte alla stazione ferroviaria, che fa parte del Museo all'Aperto di Faenza. Chi si è reso responsabile di un gesto simile non è solo un imbecille (non mi viene davvero un altro termine) ma ha ferito tutta la città, la sua tradizione culturale e di civiltà.  Insieme alle Forze dell'Ordine stiamo visionando le immagini della videosorveglianza. Faremo di tutto perché tale gesto non resti impunito".