Ecco perché abbiamo piazza Anna Magnani: le sue radici sono qui

C’è una piazzetta nel borgo San Rocco di Ravenna intitolata ad Anna Magnani. L’area è impiegata purtroppo come parcheggio e ahimè, in fondo, adibita a raccolta di pattume. Questa piazzetta è stata così nominata perché l’attrice ha radici ravennati. Infatti, la nonna materna, Giovanna Casadio, era dei nostri luoghi. A lei fu affidata la giovane Anna, nata a Roma, dalla madre, sarta di professione, rimasta incinta e fuggita poi ad Alessandria d’Egitto per evitare lo scandalo. Altri tempi. Il padre del resto non fu mai conosciuto dalla figlia, anche se individuato in un uomo di origine calabrese. Una vita travagliata quella di Anna Magnani; subirà la stessa sorte della madre, poiché, dopo aver avuto un figlio da un uomo più giovane, fu da questi abbandonata quando il bambino era ancora in tenera età. La sua vena drammatica forse le è derivata dalle amare esperienze, da una vita nella Roma del primo Novecento, fra stenti e privazioni. Nata nel 1908, si spense per malattia a soli 65 anni.

Figura fondamentale del neorealismo cinematografico italiano, dopo varie esperienze teatrali e ruoli minori in diversi film, partecipò a lavori di grande spessore che l’hanno vista protagonista, quali "Roma città aperta" di Rossellini, "Bellissima" di Visconti ,"Mamma Roma" di Pasolini, "La rosa tatuata" di Daniel Manne "Roma" di Fellini, per citarne alcuni. Interessante è l’autobiografia che ci ha lasciato nella quale assembla i ricordi della sua vita, le fragilità e i moti di entusiasmo, con accenti forti. "Lo so, assomiglio alla mia cavalla, un animale nobile, coraggioso, nervoso. Più che dalla ragione la mia vita è guidata dall’istinto. Corro contro il vento, gli ostacoli, i dolori e, nonostante le mie gambe storte e magre e la mia groppa, un po’ troppo generosa, sono bella. Ancor oggi ho tutte le speranze, tutte le gioie, tutti gli affanni della mia infanzia. La Magnani! Si è detto tutto sulla Magnani. Si è parlato delle mie collere, di Rossellini, delle mie crisi, delle mie emozioni troppo violente. Mi si è dipinta come una povera trovatella malaticcia e schernita da tutti. Beh, a questo punto, se permettete, mi metto a ridere come una pazza. Dovrei arrabbiarmi, esplodere in una violenta crisi di collera? No, cari miei, la Magnani non si arrabbia per simili sciocchezze. La verità allora ve la racconto io"… Sì, cara Anna, la verità ce l’hai raccontata con la tua elevata arte, che solo in parte forse ha riscattato la tua solitudine ed infelicità.

Nevio Spadoni