Gambizzato per la droga: continuava a spacciare dall’ospedale

Il ferito e l’aggressore sono finiti entrambe in carcere. Ai domiciliari anche la moglie della vittima

Spacciava dall'ospedale dove era finito dopo essere stato gambizzato (nel riquadro il luogo dell'aggressione)

Spacciava dall'ospedale dove era finito dopo essere stato gambizzato (nel riquadro il luogo dell'aggressione)

Ravenna, 9 aprile 2024 – Era ferito, e ricoverato in ospedale: ma nonostante tutto continuava a spacciare anche da lì. Tutto era iniziato il 15 dicembre del 2023, quando l'uomo, un albanese, era stato ferito da più colpi di arma da fuoco fuori da un bar di Santerno.

Le attività investigative dei carabinieri, coordinate dalla procura di Ravenna, hanno permesso di individuare il responsabile in un suo connazionale di 35 anni, nullafacente, domiciliato a Russi: l’aggressione era verosimilmente scaturita da un debito di denaro non onorato, conseguente allo spaccio di droga.

Dalle indagini è emerso che il ferito, assieme alla moglie di 39 anni, era l’artefice di una strutturata attività di spaccio nell’hinterland ravennate, che avrebbero portato avanti addirittura anche all’interno della stanza dell’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna nella quale l’uomo era stato ricoverato a seguito dei numerosi colpi di pistola che lo avevano ferito. Per quell'agguato sabato scorso i carabinieri di Ravenna hanno arrestato tre albanesi (due uomini e una donna) ritenuti responsabili, a vario titolo, di tentata estorsione, detenzione di arma illegale, lesioni aggravate e spaccio di sostanze stupefacenti.

Durante le perquisizioni, i militari trovato nell’abitazione dell’uomo che avrebbe sparato 50 grammi di hashish e 26mila euro in contanti, nascosti nelle fodere di alcuni capi di abbigliamento e nel doppio fondo di una custodia di orologi.

Il cittadino albanese ferito nell’agguato, quando ha visto che i carabinieri erano entrato in casa per arrestarlo, ha lanciato dalla finestra un involucro con un etto di cocaina, poi recuperato e sottoposto a sequestro. E’ riuscito così ad ottenere che l’arresto fosse anche in flagranza di reato.

I due uomini sono stati portati nei carceri di di Ravenna e Forlì, mentre la donna è finita agli arresti domiciliari.