"Geolocalizzazione, privacy non violata"

Il sindaco interviene sull’aspra polemica per i controlli della polizia locale a chi è in quarantena: "Il nostro è il metodo meno invasivo"

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"L’invio consenziente della propria posizione tramite lo smartphone offre al cittadino un’alternativa molto meno invasiva rispetto al controllo a domicilio". Così il sindaco Michele de Pascale interviene nella polemica che si è aperta tra alcune forze politiche dopo l’annuncio dato dalla Polizia locale, della possibilità di controllo di chi è in quarantena attraversa la richiesta di geolocalizzarsi, in alternativa alla verifica personale dei vigili urbani.

Il provvedimento ha sollevato due critiche: permetterebbe il tracciamento dello spostamento delle persone in quarantena, non è stato discusso e approvato dal Consiglio comunale e quindi è privo di indirizzo politico. Il sindaco spiega come nasce questa procedura. "L’isolamento domiciliare – spiega - è una misura prevista dalla legge per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19. Il provvedimento è adottato dal Dipartimento di sanità pubblica. L’articolo 4 ‘ Sanzioni e controlli’ del decreto-legge 25 marzo 2020 n.19, nel prevedere le sanzioni per il mancato rispetto delle misure, statuisce, in relazione ai controlli, che ‘l’esecuzione delle misure’ si realizzi ‘avvalendosi...del personale dei corpi di polizia municipale munito della qualifica di agente di pubblica sicurezza...’".

Lo stesso decreto prevede che la Polizia locale possa recarsi al domicilio del quarantenato oppure optare per ‘ogni altra operazione tecnica’. Se viene accettato di fornire ai vigili la propria posizione Gps, "il dato eventualmente inviato è di tipo istantaneo, non si protrae oltre il tempo dell’accertamento e non è soggetto a conservazione". "In sostanza non si tratta di alcun tracciamento generalizzato sulle persone in quarantena – aggiunge il sindaco – ma di un’opzione proposta alle persone che sono state selezionate per ricevere il controllo. Queste persone sono quindi totalmente consapevoli, consenzienti e sono loro stesse ad inviare agli operatori di polizia locale la loro posizione".

Per de Pascale "ritenere che non debbano essere fatti controlli né fisici né tecnologici, a chi è in quarantena, è una posizione legittima, che però non può trovare soddisfazione da parte del Comune di Ravenna che invece agisce nel pieno rispetto della norma".

lo. tazz.