REDAZIONE RAVENNA

"Gli forarono un polmone. Così persi mio marito". Da Venezia a Ravenna per avere risposte

"Mio marito è entrato in ospedale con le sue gambe. Poteva essere curato. Invece è morto dopo tre settimane di...

"Mio marito è entrato in ospedale con le sue gambe. Poteva essere curato. Invece è morto dopo tre settimane di...

"Mio marito è entrato in ospedale con le sue gambe. Poteva essere curato. Invece è morto dopo tre settimane di...

"Mio marito è entrato in ospedale con le sue gambe. Poteva essere curato. Invece è morto dopo tre settimane di agonia. E io voglio giustizia". Michela Stevanato arriva fino a Ravenna da Venezia per unirsi alla protesta dei familiari delle vittime della malasanità. Lo fa con gli occhi lucidi e una voce rotta dall’emozione, ma con una determinazione che non si è mai spenta da quel giorno di fine 2021. Il marito Nevio viene ricoverato all’ospedale veneto di Dolo, il 21 dicembre. Entrambi erano risultati positivi al Covid. "Aveva un po’ di febbre, si sentiva giù. Forse per paura, ha deciso di farsi visitare. Si fidava dei camici bianchi, non immaginava che non sarebbe più tornato", racconta Michela. Dopo il primo accesso, l’uomo torna a casa quella sera. Non dice nulla. Ma poco dopo, è lui stesso a chiamare l’ambulanza. Viene ricoverato e, nei giorni seguenti, continua a rassicurare la moglie via messaggi: "Mi diceva di non preoccuparmi, mi ha anche mandato un video in cui mi salutava. Era il 23 dicembre. Quella notte è stata l’ultima volta che l’ho visto e sentito".

Poi l’evento tragico: durante un esame di routine gli viene perforato un polmone. Da quel momento inizia un calvario. L’uomo muore tre settimane dopo, all’inizio di gennaio 2022. "Non mi ridaranno mai mio marito. Ma non posso permettere che chi ha sbagliato continui a lavorare come se nulla fosse", dice Michela. "Mio marito lavorava nella Pro Loco, si occupava dei bambini. Era una persona buona, generosa. Merita rispetto, verità, giustizia".

Michela ha sporto denuncia. Anche in questo caso, la procedura giudiziaria si presenta complessa e lenta. Ma Michela non si arrende: "Sono venuta fin qui è perché non voglio che altre persone vivano quello che ho vissuto io".

l. p.