Gli tagliò l’addome, patteggia tre mesi

Risarcita la vittima di un’aggressione avvenuta in un bar di Bagnacavallo a fine 2021, che fu innescata da una frase sessista alla barista

Gli tagliò l’addome, patteggia tre mesi

Gli tagliò l’addome, patteggia tre mesi

Le lite, furibonda, scoppiò per una presunta battuta sessista che un avventore aveva pronunciato alla barista. Un altro cliente, mentre giocava alle slot, nel sentire quelle parole ritenne di dovere vendicare l’affronto a quella giovane – che lui riteneva minorenne –, prima con calci e pugni, poi ferendo all’addome con un coccio di bicchiere l’autore dell’oltraggio, e finendo a sua volta per tagliarsi la mano. La vicenda si è chiusa l’altro giorno in Tribunale: da un lato l’aggressore, un 53enne di Bagnacavallo, difeso dall’avvocato Mattea Mandara, ha risarcito il ferito in cambio del ritiro di querela. In secondo luogo, ha patteggiato tre mesi le lesioni e minacce aggravate, procedibili d’ufficio. L’uomo, dopo i fatti, era stato arrestato, finendo ai domiciliari dopo alcuni giorni di carcere. Aveva ricondotto la sua reazione a un moto di ribellione all’atteggiamento oltraggioso di un attempato signore – 62enne – nei confronti della giovane barista.

I fatti risalgono al settembre 2021. Una mattina il 53enne si trovava nel bar ’Ama Cafè’ quando sentì quell’uomo avvicinarsi al bancone e fare un battuta sessista alla barista. Alla domanda di lei "cosa ti posso dare", quello avrebbe risposto con una frase allusiva. Indignato, l’altro cliente lo aveva apostrofato come "pedofilo", innescando una discussione che dal bar si era trascinata all’esterno, degenerata con schiaffi e pugni. Il 53enne aveva poi rotto un bicchiere, vibrando un coccio e colpendo l’altro all’addome, facendolo finire al pronto soccorso con una evidente ferita e prognosi finale di 21 giorni. All’arrivo dei carabinieri, l’aggressore era fortemente agitato e ricoperto di sangue in quanto a sua volta si era tagliato, inoltre continuava a usare toni minacciosi.

Secondo l’imputato, invece, era l’altro che una volta uscito dal locale diceva che gli avrebbe tagliato la gola e gli aveva sferrato un pugno in faccia; per questo aveva reagito colpendolo col primo oggetto che gli era capitato a tiro. Il titolare del bar disse di essere intervenuto per dividere i due, indicati come clienti abituali, prima che uscissero dal locale. La barista, 25enne, e non minorenne come erroneamente riteneva l’imputato, ha detto che stava servendo un cliente che conosceva, autore di una battuta scherzosa ("Una cosa la vorrei ma non te lo chiedo perché non so se ce l’hai"), quando l’altro lo ha aggredito apostrofandolo come pedofilo, per poi schiaffeggiarlo e minacciarlo.