REDAZIONE RAVENNA

"I medici di base devono tranquillizzare i positivi"

Stefano Falcinelli (presidente dell’Ordine) analizza il boom dei contagi: "Il virus è vissuto con preoccupazione. I casi cresceranno ancora per 15 giorni"

Il telefono è rovente. C’è l’influenza, c’è il Covid, c’è la quarta ondata che si sta diffondendo in maniera capillare: pazienti a casa, pazienti spaventati, pazienti che hanno bisogno di un certificato per stare a casa dal lavoro. E dall’altra parte della cornetta ci sono i medici di base, primo avamposto della sanità al servizio dei cittadini. Stefano Falcinelli, presidente dell’Ordine dei medici di Ravenna nonché medico di medicina generale, sa bene quanto è complessa la situazione in questi giorni.

Falcinelli, è un periodo di fuoco?

"Effettivamente sì e penso che diventerà ancora peggiore. Presumiamo di avere davanti ancora una quindicina di giorni in cui i contagi aumenteranno ulteriormente".

Che situazioni vede?

"Effettivamente sembrerebbe potersi affermare che questa ondata è molto più diffusiva delle precedenti e più contagiosa, ma nella maggior parte dei casi non altrettanto impegnativa e grave. In questo momento, ho tantissimi assistiti contagiati, ma pochi di loro risultano essere ricoverati. L’impressione è che il virus impegni maggiormente le alte vie respiratorie, con sintomatologia sovrapponibile all’influenza. Non arriva invece alle basse vie respiratorie e non causa quindi la polmonite interstiziale, con tutte le complicazioni vascolari e circolatorie che ha dato finora".

Immagino che questo valga soprattutto per i vaccinati.

"Ovviamente chi si è vaccinato ha sintomi più lievi. Del resto anche durante le epidemie stagionali di influenza i vaccinati potevano prendere comunque l’influenza. Nessuno ha mai detto che il vaccino dovesse impedire la malattia: deve impedire le complicazioni e le forme più aggressive e virulenti".

La pressione quindi non riguarda solo l’ospedale?

"Sì, queste forme più lievi portano ancora di più ad affrontare la situazione in famiglia. La medicina del territorio è più impegnata rispetto al passato, accanto all’ospedale ovviamente".

Come reagiscono le persone davanti alla positività?

"Tutto sommato siamo ancora in una fase in cui c’è abbastanza allarme: essere stati contagiati è comunque qualcosa che preoccupa. La prima richiesta a cui il medico di medicina generale deve far fronte quindi è tranquillizzare il paziente, dare consigli di abitudini di vita, consigliargli di riposarsi, fare dieta leggera, bere molto, usare antipiretici e antinfiammatori come paracetamolo e ibuprofene. E poi monitorarsi col saturimetro e il test della sedia".

In cosa consiste il ‘test della sedia’?

"La saturazione a riposo può non voler dire molto da sola. È consigliabile misurarla anche in una situazione di stress, alzandosi e sedendosi rapidamente su una sedia senza braccioli per un minuto. A quel punto si rimisura la saturazione e, se si va sotto i 90-92, può essere un segnale d’allarme. Attualmente, però, tanti vedono interessate solo le alte vie respiratorie: quindi questo problema è meno significativo. Al momento la cosa che più ci viene richiesta è una sorta di monitoraggio, nello spirito della continuità di cura che è parte del lavoro del medico di famiglia".

Sara Servadei