I versi dei poeti per non restare indifferenti alla bellezza

Una passeggiata letteraria lungo il canale Candiano di Ravenna, con poesie di grandi autori che hanno visitato la città, per ricordare l'importanza della bellezza e della cultura.

Con piacevole sorpresa, camminando lungo il canale Candiano nei pressi della Darsena di città, ho potuto notare un allestimento simile a quello che un mese fa avevo visto a Lerici nello stradello del Golfo dei poeti, e cioè poesie di autori importanti in visita alla nostra città, poste su leggii. La passeggiata letteraria segna il legame tra la città e l’acqua e inizia con Strabone per proseguire con le note terzine del Canto V dell’Inferno di Dante dove si parla di Paolo e di Francesca nel racconto della sua origine ravennate in quanto figlia minore di Guido Da Polenta. Proseguendo, troviamo i versi di Boccaccio che ben due volte visitò la nostra città nel ricordo di Dante, ospite di Ostagio da Polenta. E se nel ‘Decamerone’ leggiamo la novella di ‘Nastagio degli Onesti’ dove lo sfondo è una Ravenna duecentesca con la sua lussureggiante pineta, le rime che vengono riportate sono davvero struggenti.

Non potevano mancare altri grandi visitatori quali Oscar Wilde e Lord Byron che tanto fece palpitare il cuore di Teresa Gamba prima di terminare i suoi giorni a Missolungi combattendo per l’indipendenza della Grecia in compagnia del fratello di lei. Si sa poi la predilezione di Oscar Wilde per la nostra città,che esprime anche con questi versi: "Addio, addio! Quel lume argenteo, la luna che muta la nostra mezzanotte in perfetto mezzodì, certo accende le tue torri che ben custodiscono i luoghi dove Dante dorme, dove Byron amò dimorare". Poi proseguendo lungo il canale troviamo la nota poesia di Eugenio Montale ‘Dora Markus’ dedicata a Dora della Carinzia, la bella signora che sicuramente è stata per il poeta de ‘Gli ossi di seppia’, il mosaico più bello. In quanto a Gustav Klimt altro visitatore della nostra Ravenna, se non fosse rimasto stregato dallo splendore dei mosaici, il suo periodo d’oro, testimoniato dalla mirabile Giuditta, non ci sarebbe stato. Poi è la volta di James e D’Annunzio con ‘Ravenna glauca notte rutilante d’oro’ fino ai versi di Pasolini e di Marguerite Yourcenar. Il percorso termina tra piante e fiori col poeta Valentini. Allora camminare fa comunque bene, e se lungo il percorso della Darsena ci viene incontro la poesia dei grandi che, per ovvie ragioni, non ho potuto riportare interamente, soffermiamoci a riflettere, perché è una ulteriore occasione per gratificare il nostro animo così imbevuto spesso d’interessi materiali tante volte inutili. Da ravennati, dovremmo essere orgogliosi di aver avuto simili visitatori entusiasti della nostra città; cerchiamo di non restare indifferenti alla sua bellezza.

Nevio Spadoni