Il catalogo del Festival premia foto e ricordi

Il libro, ’Dedicato a Dante’, ospita gli scatti di Camporesi e Zaffagnini, in una ricerca che si ispira al territorio

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Seguendo una tradizione ormai consolidata, che ha visto tra i protagonisti Paolo Roversi, Guido Guidi e Alex Majoli, l’edizione 2021 del libro-catalogo del Ravenna Festival, intitolato ‘Dedicato a Dante’, riserva un grande spazio alla veste iconografica. Al suo interno, vengono valorizzati alcuni fotografi del territorio, come la forlivese Silvia Camporesi e il ravennate Giovanni Zaffagnini. "La foto di copertina delle torri di raffreddamento Hammon dell’ex Sarom è di Camporesi – racconta il direttore artistico del festival, Franco Masotti –. Ha ritratto il nostro skyline e quegli scorci di archeologia industriale che hanno saputo ispirare registi come Giancarlo Antonioni in ‘Deserto rosso’. Luoghi abbandonati, segnati dal tempo e dal maldestro passaggio dell’uomo, paesaggi immobili e frammenti di memoria". Le immagini saranno esposte all’Almagià a luglio, nella mostra ‘Appunti per un terzo paesaggio’. "Sono felice di questa ‘chiamata’ del festival – rivela Camporesi –, così come della selezione che è stata fatta delle mie foto, includendone anche alcune di un viaggio in Armenia, in una specie di ‘personale’".

Il catalogo è poi ricco di immagini provenienti dall’archivio di Giovanni Zaffagnini, fotografo di Fusignano che per vent’anni ha condotto ricerche etnografiche entro i confini della Romagna, insieme a Giuseppe Bellosi. "Le foto pubblicate – spiega Zaffagnini – sono solo una piccola parte delle circa 12 mila realizzate negli anni Settanta e Ottanta. Bellosi con il registratore e io con la macchina fotografica andavamo a casa delle persone, parlando in romagnolo per non essere scambiati per testimoni di Geova, e raccoglievamo materiale utili per le pubblicazioni". Zaffagnini rivela che al momento non gli è pervenuta alcuna proposta d’acquisto italiana per il suo fondo e che, alla fine, potrebbe accettare l’offerta americana. "Un tempo si diceva che la cultura popolare avrebbe salvato il mondo, ma è il mondo che non riesce a salvare la cultura popolare", ironizza.

Porta la firma di Cristina Ghirardini il saggio che ripercorre questa incredibile avventura. Il catalogo si apre con la ricostruzione delle celebrazioni musicali del seicentenario della morte di Dante, a cura di Susanna Venturi. Si prosegue poi con Piergiorgio Giacchè che ricorda la memorabile ‘Lectio Dantis’ di Carmelo Bene, nel 1981. Il critico di danza Rossella Battisti e la storica Maria Cristina Carile dedicano un saggio rispettivamente al coreografo Maurice Béjart e alla ‘basilissa’ Teodora. Pierfrancesco Pagoda offre un’analisi dell’intenso rapporto tra musica, suono e parola nella musica rap, mentre Minas Lourian ripercorre i rapporti tra il festival a la sua terra di origine, l’Armenia, meta del prossimo ’Viaggio dell’Amicizia’.

Il catalogo del festival è in vendita a 30 euro nella libreria Dante, nella biglietteria del teatro Alighieri e nei vari luoghi degli spettacoli.

r.b.