Il sindaco de Pascale "Ricostruiremo tutto. E meglio"

Il primo cittadino: "Non possiamo sapere quando finirà, ma è una battaglia con l’acqua che vinceremo". E al presidente del Consiglio: "Ringrazio la Meloni per averci ascoltati, ora servono indennizzi".

Il sindaco de Pascale  "Ricostruiremo tutto. E meglio"

Il sindaco de Pascale "Ricostruiremo tutto. E meglio"

di Lorenzo Tazzari

Sindaco Michele de Pascale, ogni giornata si apre con la speranza che sia l’ultima di questa drammatica emergenza. E, invece, continuano gli allagamenti, le evacuazioni, il cumulo dei danni.

"Non possiamo sapere quando finirà. Il rischio di nuovi allagamenti si esaurirà nel giro di giorni, poi ci sarà da asciugare tutto e ciò richiederà settimane. Non conosciamo quando finirà la battaglia".

Un cittadino qualunque cosa può fare in questo momento?

"Deve rispettare le indicazioni che vengono dalle fonti ufficiali, a partire da Prefettura e Comune. Nessuno segua le fake news perché c’è veramente da farsi male. E poi ho una sola grande certezza che, in Romagna, chi non avrà subito danni aiuterà chi è stato colpito".

C’è stato un momento in cui ha temuto che il disastro fosse totale e che l’acqua arrivasse fino a Ravenna-città?

"Sì, poche notti fa, quando i Fiumi Uniti in piena potevano rompere all’altezza di via Galilei. E c’è mancato poco anche venerdì, dopo l’allagamento di Fornace Zarattini. L’acqua poteva poi diffondersi in tutto il centro abitato".

Ora com’è la situazione?

"La partita si è spostata a nord della città, perché è stato contenuto inizialmente il canale Cupa. Però, ieri, col passare delle ore a creare problemi è stata principalmente la Canala che ha già fatto danni e sta minacciando le case sparse che si trovano prima di Sant’Antonio".

Come possiamo spiegare i continui allagamenti?

"Oggi, il problema non è rappresentato dai livelli dei fiumi principali, ma dall’acqua che è fuoriuscita da questi durante le rotture e che ora si trova nelle campagne e in centri abitati. Fornace Zarattini è drammaticamente coperta da un immenso lago, ad esempio. Questa enorme massa d’acqua sta scolando nei canali minori che a loro volta fanno fatica a contenerla e la sversano durante il loro passaggio. È una guerra con l’acqua".

Che vinceremo?

"Che dobbiamo vincere. Attualmente i tecnici stanno cercando di far defluire più acqua possibile a mare attraverso il Savio eattraverso il Cavo Napoleonico. Le pompe fanno il resto, sempre verso il grande fiume".

C’è una grande risposta solidale, è un elemento d’orgoglio.

"Grazie a tutti di cuore. Senza queste persone non so dove saremmo. Si sono uniti a protezione civile, esercito, forze dell’ordine, vigili del fuoco, Capitaneria, volontari inquadrati e lavorano ore e ore per il prossimo".

Per oggi è annunciata la visita della premier Meloni. Cosa le chiederà anche come presidente della Provincia?

"Tre punti e non riguardano solo richieste. Il primo è un sentito grazie per aver raccolto il mio allarme di qualche giorno fa, quando temevo che si pensasse che il problema fosse esaurito con gli allagamenti lungo la via Emilia. Ho detto al Governo che l’emergenza sarebbe proseguita con la Bassa Romagna e con Ravenna. Oggi abbiamo il 20% della superficie ravennate sott’acqua, equivale metà del Comune di Milano. La Meloni ha mandato qui i suoi uomini migliori con i quali abbiamo lavorato gomito a gomito per salvare, innanzitutto, vite umane. Il secondo punto riguarda gli indennizzi che devono essere assegnati in maniera chiara e trasparente, a famiglie, imprese aziende agricole. Il terzo tema è che noi intendiamo ricostruire tutto, ma in modo migliore perché ci troviamo ad affrontare sfide enormi, come le urbanizzazioni venute avanti nei secoli e il cambiamento climatico".

Come si dovrebbe agire?

"Occorre un commissario straordinario con poteri eccezionali: va ricostruita la collina distrutta dalle frane, la pianura che vive il contrasto tra siccità e inondazioni. Per autorizzare il rigassificatore, in un contesto di emergenza nazionale, in Emilia Romagna abbiamo impiegato 120 giorni. È quello che serve anche oggi. Qui abbiamo l’80% del territorio alluvionale e dietro le montagne. Un mix da emergenza perenne. Serve un’azione decisa, con poca burocrazia e grande trasparenza. Vogliamo ricostruire, ma molto meglio rispetto al passato".