REDAZIONE RAVENNA

Incendio all’Unigrà: è colposo, tre indagati

La procura ha conferito l’incarico a un consulente tecnico per accertare le cause del maxi rogo nello stabilimento di Conselice

Ci sono tre indagati per il maxi rogo divampato mercoledì scorso all’interno dello stabilimento Unigrà di Conselice. Si tratta di alcuni vertici aziendali, tutelati dagli avvocati Ermanno Cicognani e Pier Guido Soprani, e tutti devono rispondere di incendio colposo. La circostanza emerge nel contesto della consulenza tecnica che il Pm Stefano Stargiotti, titolare del fascicolo, ha affidato all’ingegner Dall’Olio di Faenza, chiamato ad accertare le cause di quanto accaduto. Unigrà ha nominato l’ingegner Pallone come proprio consulente. Una prima risposta, sulle possibile cause, l’ha già anticipata la Procura: si indaga per un evento colposo e non doloso. L’incendio, del resto, era divampato in pieno pomeriggio.

Ad essere coinvolta – aveva spiegato Gianmaria Martini, amministratore delegato dell’Unigrà –, è stata una parte del reparto in cui avviene il processo di raffinazione degli olii, con le fiamme che hanno aggredito e arrecato ingenti danni a quello che a tutti gli effetti è da considerarsi il ‘cuore’ dell’azienda. Il consulente tecnico dovrà accertare perché ciò si sia verificato, e quantificare i danni. Oltre che di incendio per cause colpose, infatti, al momento gli indagati rispondono anche di danneggiamento seguito da incendio. Divampato intorno alle 15 di mercoledì, aveva prodotto un’imponente nube di fumo visibile a molta distanza. I vigili del fuoco lo avevano spento celermente e intorno alle 17.30 le fiamme erano già domate. Arpae, l’agenzia regionale per la prevenzione e l’ambiente, aveva escluso conseguenze sull’ambiente, dato che il vento tirava in direzione opposta all’abitato di Conselice, ritenendo di non dover effettuare campionamenti dell’aria. Più complesso era stato l’aspetto legato alle acque utilizzate per lo spegnimento. Poiché la corrente elettrica era stata interrotta, non potendo così farle confluirle nella fognatura delle acque sporche, per evitare che uscissero dallo stabilimento e finissero nel Canale Diversivo in Valle, era stato necessario intercettare la rete di raccolta delle acque meteoriche. I successivi prelievi di controllo di Arpae avevano escluso criticità sul corso d’acqua.

l. p.