Nuovo anno scolastico, vecchi problemi. O almeno così è per i tanti insegnanti precari, che ogni anno a settembre incrociano le dita nella speranza di ottenere buone assegnazioni per le supplenze. I posti coperti a tempo determinato sono stati 157 a tempo pieno (i più ambiti) e 116 su spezzone orario. Tra le tante criticità segnalate ci sono la scarsità di insegnanti specializzati sul sostegno e l’algoritmo che assegna i posti in automatico, che da qualche anno ha sostituito le convocazioni che prima venivano fatte di persona a inizio settembre. "Anche quest’anno si torna in cattedra con un numero di precari non indifferente, gli stessi del periodo pre covid – dice Sara Errani, segretaria generale Flc Cgil –. Avevamo chiesto una deroga ai limiti fissati dalla legge per la formazione delle classi e organico aggiuntivo sia per docenti che per personale ata, per permettere un ripartenza più serena dopo l’alluvione, ma la richiesta non è stata accolta. Un dato allarmante è poi quello dei docenti non specializzati sul sostegno. Le università sono a numero chiuso e in questo modo le persone specializzate sul sostegno sono pochissime rispetto al reale fabbisogno della scuola, tant’è vero che sia quest’anno che l’anno scorso ci sono state delle procedure straordinarie di immissione in ruolo dalla graduatoria prima fascia e non tramite concorso, come vuole la norma, perché c’era necessità effettiva. Questo sistema non soddisfa le esigenze degli alunni, che avrebbero bisogno di personale altamente specializzato e presente in maniera continuativa".
Per i precari ogni anno è un terno al lotto e, come spiega il segretario generale di Uil Scuola Ravenna Fabio Tommasoni, un posto alto in graduatoria (raggiunto dopo anni di precariato) non sempre garantisce l’assegnazione di una cattedra a tempo pieno: "Il sistema è totalmente folle, basato su un algoritmo che lascia a casa persone qualificate. Se queste ad esempio hanno indicato solo alcune opzioni, come la disponibilità all’assegnazione solo di cattedre a tempo pieno che finiscono perché magari vanno a vincitori di concorso ancora in attesa di conferma che poi le rifiutano, il sistema non le prende in considerazione e assegna magari a persone molto più indietro nella lista, con meno esperienza, cattedre parziali ma comunque buone, con tante ore. Ora ci sono persone nei primi posti della graduatoria che si ritrovano a sperare di trovare posto con le mad (le ’messe a disposizione’, ovvero le supplenze per orari generalmente più ridotti affidati direttamente dalle scuole, ndr). Il sistema andrebbe tarato diversamente, altrimenti così invece di premiare chi ha esperienza si fa dominare dal caso".
Fiorella Martini, segretaria Cisl scuola Romagna, fa il quadro: "Tra il 25 e il 31 agosto sono state fatte le assegnazioni a tempo determinato. Il 25 agosto in pratica erano stati coperti i posti vacanti annuali e gli spezzoni, e naturalmente ci sono state delle rinunce, anche perché alcuni docenti stavano aspettando l’assegnazione di ruolo. Ci attendiamo altre convocazioni, l’anno scorso sono arrivati fino a dicembre. Quello è un po’ un termine ultimo: dopo diminuisce l’opportunità di fare 180 giorni, col risultato che poi non risulta come un anno di lavoro".
Sara Servadei