SARA SERVADEI
Cronaca

Un censimento della rete fognaria. Di molti tratti non ci sono rilevazioni: "Servirà nei casi di alluvione"

Un maxi progetto da 1,6 milioni per mapparla tutta in tre anni: il protocollo tra Provincia, Comuni ed enti. Baroncini (Hera): "Precipitazioni con tempi di ritorno di 20, 50 o 100 anni ora sono più frequenti".

Amministratori del territorio in Provincia per la firma del protocollo. Nel tondo rilevazioni sulla rete fognaria con una sonda a Faenza

Amministratori del territorio in Provincia per la firma del protocollo. Nel tondo rilevazioni sulla rete fognaria con una sonda a Faenza

Tre anni per mappare, studiare, capire. E, poi, intervenire: "Spesso bastano piccoli accorgimenti – dice Alessandro Baroncini, direttore centrale reti del gruppo Hera – come un bypass per indirizzare l’acqua in un’area ’polmone’ che possa contenerla, una pompa posizionata in un tratto che ha la tendenza ad andare in sofferenza. A volte basta poco, sì, ma bisogna avere una conoscenza specifica della situazione".

E così ecco un maxi progetto per analizzare la rete fognaria della provincia di Ravenna, tutta quanta. Sono 2.800 chilometri, fondamentali per il deflusso delle acque. Negli ultimi anni ci si è resi conto che non li conosciamo affatto: molti tratti sono stati realizzati nel dopoguerra, con leggi molto diverse da quelle di oggi. In alcuni casi sono intervenuti i privati, e nel frattempo le abitazioni sono passate in nuove mani e di cosa ci sia sotto il suolo nessuno sa più nulla. "Andremo a fare misurazioni e rilievi planoaltimetrici di tutte le reti, ma anche dei canali recettori di tutti quei collegamenti in cui la rete va a scaricare l’acqua – prosegue Baroncini –. Una volta verificate le misurazioni le trasportiamo in un modello digitale per gestire i flussi delle acque".

Il protocollo per lo studio, che sarà eseguito da Hera, è stato firmato da Provincia di Ravenna, dai 18 Comuni del territorio e da Atersir, Hera, Ravenna Holding, Con.Ami, Consorzio azienda multiservizi intercomunale Imola, Te.Am Lugo, Romagna Acque - Società delle fonti, Consorzio di bonifica della Romagna, Consorzio di bonifica della Romagna occidentale, Autorità di bacino distrettuale del fiume Po e Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile della Regione Emilia-Romagna. E ieri, nel presentare il progetto, l’assessora regionale all’Ambiente Irene Priolo, la presidente della Provincia Valentina Palli e il capo di gabinetto della Provincia Nicola Pasi hanno sottolineato l’importanza di questa unità tra gli enti: "Non ci si salva da soli, ci si salva insieme – ha detto Priolo –. Questa è una delle azioni che stiamo provando a mettere in campo, con una visione strategica". Le alluvioni hanno reso evidente la necessità di implementare la rete: "Ma lo studio era iniziato già prima – prosegue Baroncini –. Oggi, col cambiamento climatico, le precipitazioni che prima avevano tempi di ritorno di 20, 50 o 100 anni sono più frequenti".

Il livello di conoscenza della rete fognaria non è lo stesso in tutta la provincia. In questi anni già una parte è stata analizzata, con accorgimenti per aumentarne l’efficienza: è successo a Faenza, nella zona della Bassa Italia e nelle altre aree alluvionate, ma anche a Conselice. Al momento Hera sta lavorando su territori fragili come Lugo e Bagnacavallo.

Si stimano 1,6 milioni di euro per completare il progetto. Una bella fetta è finanziata dal Pnrr, ma questi fondi hanno un vincolo: devono essere utilizzati entro giugno 2026.

Sara Servadei