La lettura tra lucida eziologia e poesie delicate

Ho arricchito la mia estate con alcune letture . Tra queste ci sono il libro ’Ombre di un processo per femminicidio’ di Carla Baroncelli e la plaquette poetica ’Ca’ vento’ , di Alessandra Maltoni.

Il primo titolo è il resoconto delle udienze del processo contro Matteo Cagnoni, arricchito da molte domande dell’autrice e da considerazioni personali, sulle quali si può essere o meno in accordo ma che, sicuramente, mostrano l’intensa partecipazione della giornalista ravennate al tragico destino di Giulia, come anche al tema inerente la ’genesi’ di questi delitti.

Mi verrebbe da usare un termine che si rapporta a una malattia: eziologia. Questo sembra cercare di fare in queste pagine Carla Baroncelli. Uno studio vero e proprio, con lucidità, con chiarezza e notevole proprietà di sintesi, sul quale poter riflettere. Non certo una lettura per la spensieratezza.

Ho così alternato i capitoli di questo libro a ripetute letture della citata plaquette, composta da poesie molto particolari. Brevi. Leggere come un’attesa primaverile, e delicatissime. Descrittive di piccoli istanti tra i luoghi, le persone amiche e la natura di Orzale di Parma. Piccolezze preziose capaci di cogliere un nucleo poetico che aleggia sul mondo, come in attesa di essere notato. Ma non una lettura passatempo. E, ho pensato, nemmeno in contrasto con la prima.

Sia per questo dono di sintesi che accomuna le due donne scrittrici, sia perché queste pagine felici della plaquette, così alternate alle altre, hanno aiutato la mia immaginazione. Ho infatti pensato alle volte, le tante volte purtroppo, in cui la felicità di una donna sembra essere per qualcun altro intollerabile. Ma anche alla felicità che nulla al mondo può togliere, nemmeno la fine per causa di una mano fredda come la caina dantesca.

Chi, a differenza mia, non vede la cosa in un’ottica di fede, potrà leggere le parole del poeta turco Nazîm Hikmet, che disse:

Me ne vado ma sono calmo

la vita che si disperde in me

si ritroverà in te per lungo tempo e nel mio popolo, per sempre.

Matteo F. Camerani