REDAZIONE RAVENNA

"La nave di Teodorico verrà collocata a Classis"

Il sindaco: "Stanziati 2.5 milioni dal ministro Franceschini". Sarà posizionata in un’ala ancora da ripristinare e sufficientemente grande

La barca di Teodorico, rinvenuta 23 anni fa, durante i lavori per la realizzazione dell’omonimo parco, tornerà a Ravenna e verrà collocata nel Museo di Classe, in un’ala ancora da valorizzare e che verrà fatta ‘su misura per l’antico reperto archeologico. La notizia è arrivata ieri al sindaco Michele de Pascale dal ministro della Cultura Dario Franceschini. Il governo ha, infatti, stanziato 2,5 milioni di euro nell’ambito dell’Accordo di valorizzazione che ha come fulcro l’area di Classe. In Emilia Romagna sono due le città che rientrano nel provvedimento: Modena e Ravenna.

Il finanziamento comprende un intervento di riqualificazione della Basilica di Sant’Apollinare in Classe, con il rifacimento di tutti gli infissi e la realizzazione di un nuovo impianto di illuminazione nell’area di accesso alla basilica, e la valorizzazione della cosiddetta nave di Teodorico, un progetto "che era nel nostro cuore e nelle nostre speranze da diverso tempo e per quale ci siamo impegnati molto nel ricercare i fondi necessari" commenta de Pascale. L’imbarcazione rappresenta un reperto archeologico straordinario risalente all’epoca di Odoacre (435-495), fu ritrovata nel 1998 a circa otto metri di profondità in occasione degli scavi per la realizzazione del parco Teodorico. Dal 2008 è custodita nel padiglione marino del museo archeologico di Comacchio. Per anni è finita nel dimenticatoio, tra mancanza di fondi per proseguire il restauro e le suggestioni della sua ricollocazione. Grazie alle risorse ministeriali la nave tornerà a Ravenna.

Il suo allestimento è previsto nell’ambito del museo Classis: a lungo si è detto che l’immobile non avrebbe mai potuto ospitare il reperto, perché le porte d’accesso non ne avrebbero permesso l’ingresso. In verità verrà collocato in un’ala dell’immobile ancora da ripristinare che verrà quindi progettata ad hoc. Si tratta del completamento di una delle due ultime sezioni che ospiteranno tra le altre cose anche la Domus del Triclinio, rinvenuta negli scavi della Banca Popolare, i mosaici di San Severo e mosaici non ancora musealizzati dello scavo della Domus dei Tappeti di pietra. Era il 6 novembre del 1998 quando le ruspe di Iter cominciarono a portare in superficie resti dell’antica imbarcazione. Il recupero fu un lavoro complesso e veloce perché i lavori per il parco dovevano essere completati entro dicembre del 1999 essendo finanziati dallo Stato in occasione del Giubileo. La soprintendenza era guidata da Maria Grazia Maioli e all’operazione di recupero partecipò il massimo esperto di navi antiche, Costantino Meucci, dell’Istituto centrale del restauro di Roma.

Il 22 febbraio quel reperto, ovvero la chiglia, larga oltre tre metri e della lunghezza di circa otto, con una estremità mozzata, vennero imbrigliati all’interno di un guscio di vetroresina realizzato sul posto e si mossero alla volta del padiglione navale annesso al museo archeologico di Comacchio.

lo. tazz.