Fumata di colore grigio scuro quella scaturita ieri dall’incontro tra la dirigenza di Lafert Group e le parti sociali in merito alla chiusura dello stabilimento produttivo di Fusignano e al relativo licenziamento dei 60 lavoratori in esso impiegati. A non far tendere al nero cupo è stato il prolungamento del blocco dell’iter di licenziamento collettivo fino al prossimo incontro previsto, anche se non ancora calendarizzato, in Regione. Durante l’incontro, che si è tenuto nella sede di Confindustria Veneto Est a Marghera, i sindacati hanno continuato a chiedere il ripensamento rispetto alla decisione di chiudere e cercato di aprire la discussione su un’eventuale reindustrializzazione del sito verso manifatture che possano avere un mercato sul territorio, da canto suo, la dirigenza di Lafert ha esplicitato meglio le linee del piano industriale presentato la scorsa settimana, che vede fra i punti di risparmio proprio la chiusura dello stabilimento di Fusignano, oltre a tentativi di recupero di quote di mercato per cercare di salvaguardare gli altri stabilimenti del gruppo che si trovano a Bologna, S. Donà di Piave e Noventa di Piave. Sempre dai sindacati è arrivata la proposta di allargare all’assessore regionale alle attività produttive, Vincenzo Colla, il prossimo incontro in Regione, oltre all’assessore al lavoro, Giovanni Paglia. "Il contenimento dei costi portato avanti a Noventa e S. Donà, insieme alla decisione di chiudere lo stabilimento di Fusignano, sono parte di una strategia di ampio respiro. Al percorso di razionalizzazione è affiancato quello di rilancio di un’azienda che da sempre è sinonimo di eccellenza e sartorialità nel mercato dei motori elettrici" ha scritto Cesare Savini, ad Lafert S.p.a. "È stata inoltre ribadita – scrive ancora Lafert in una nota – da parte dell’azienda la disponibilità a esplorare progetti di reindustrializzazione del sito di Fusignano da parte di soggetti interessati a realizzare una nuova attività produttiva, nonché il supporto nella ricerca di opportunità di collocamento per i 60 dipendenti".
Matteo Bondi